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Antiche scritture del Mediterraneo

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  1. 2014-03-31

    Scrittura, documenti e pratiche scrittorie in Arabia meridionale prima dell’Islam

    Alessia Prioletta

    All’estremità meridionale della penisola araba, nell’attuale Yemen, una fiorente cultura si è sviluppata dalla fine del II millennio a. C. fino alla metà del VI secolo d. C. I sudarabici, conosciuti nel mondo antico come produttori d’incenso e di altre sostanze aromatiche, sul cui commercio fondarono la loro prosperità e ricchezza, furono anche abili costruttori di opere monumentali come templi, città e dighe. Tuttavia, queste popolazioni si distinguono soprattutto dalle altre culture dell’Arabia e del vicino Oriente antico per il loro enorme corpus epigrafico, che conta più di 11.000 iscrizioni ed è quindi la collezione di documenti epigrafici più grande del mondo semitico. Questi testi, incisi su una straordinaria varietà di supporti e materiali (pietra, legno, bronzo) sono scritti in quattro lingue diverse ma apparentate, rappresentative dei regni principali dell’Arabia meridionale: Sabaʾ, Maʿīn, Qatabān e Ḥaḍramawt. Pur avendo lingue diverse, tuttavia, i sudarabici impiegarono un unico sistema di scrittura alfabetica, sviluppatosi poi in due grafie diverse, che conobbero un’evoluzione indipendente e furono utilizzate per scopi e su supporti diversi: la scrittura monumentale (o maiuscola) e quella minuscola (o corsiva). La scrittura monumentale, di cui abbiamo le testimonianze più numerose, è regolare, geometrica ed esteticamente bella, e fu usata su supporti durevoli e destinati ad essere esposti; la scrittura minuscola, incisa su materiale deperibile come bastoncini di legno e steli di palma ebbe, invece, un uso prevalentemente privato.