Mnamon

Antiche scritture del Mediterraneo

Guida critica alle risorse elettroniche

Cipro-minoico

- (fine sec. XVI - XI sec. a.C.)

a cura di: Anna Cannavò     DOI: 10.25429/sns.it/lettere/mnamon003
Ultimo aggiornamento: 12/2021


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Tavoletta d'argilla con iscrizione in cipro-minoico 2, da Enkomi, XIII-XII sec. a.C. Paris, Musée du Louvre.


Con il nome di cipro-minoico si indica una famiglia di scritture attestate prevalentemente a Cipro durante l’età del Tardo Bronzo (1600 - 1050 a.C.). Il nome è stato suggerito da Arthur Evans nel 1909 ed è da allora generalmente utilizzato (non senza critiche e proposte alternative); tradisce un rapporto diretto fra queste scritture e quella cretese (la Lineare A), sul quale tuttavia non vi è ancora definitivo accordo.
Il cipro-minoico è tutt’ora indecifrato. In mancanza di bilingui, e in considerazione anche del ristretto numero di testi (poco più di duecento, la maggior parte molto brevi), ogni tentativo nel senso di un’interpretazione anche solo parziale è prematuro.
Sulla base dei documenti disponibili, il cipro-minoico è generalmente suddiviso in 4 gruppi differenti:


− cipro-minoico arcaico, o cipro minoico 0 (CM 0), attestato da un solo documento, una tavoletta da Enkomi di fine XVI s. a.C. contenente tre linee di scrittura (in totale 23 segni); è la scrittura cipro-minoica che mostra il maggior numero di affinità con la Lineare A.


− cipro-minoico 1 (CM 1), attestato nel corso di tutta l'età del Tardo Bronzo e rappresentato da testi di vario tipo, per lo più molto brevi, su vari supporti.


− cipro-minoico 2 (CM 2), rappresentato da tre tavolette d’argilla frammentarie provenienti da Enkomi e databili al XII s. a.C.: i testi, di una certa lunghezza e in scrittura continua, sembrano redatti da mano esperta.


− cipro-minoico 3 (CM 3), documentato da testi provenienti esclusivamente da Ugarit, di XIII s. a.C., che tradiscono un’influenza dell'alfabeto cuneiforme ugaritico.


Le iscrizioni cipro-minoiche compaiono su diversi supporti: tavolette e cilindri in argilla recano generalmente i testi più lunghi, mentre normalmente di pochi caratteri sono le iscrizioni presenti su sfere d’argilla o pesi metallici. Sono note anche iscrizioni su avorio, ceramica, ecc.
Fra i principali studiosi ad essersi occupati delle scritture cipro-minoiche si ricordano Emilia Masson, Paolo Meriggi, Thomas G. Palaima, Nicolle Hirschfeld e Jean Pierre Olivier; a quest’ultimo si deve un corpus di testi cipro-minoici, con edizione critica di tutti i documenti noti ed estensiva analisi e sistematizzazione dei repertori di segni, che costituisce tuttora il riferimento: Olivier 2007. Più di recente, si ricordano i lavori di Silvia Ferrara (2012 e 2013), Philippa Steele (2013a e b, 2018), Miguel F. G. Valério (2016), e Massimo Perna (2020), il quale lavora attualmente alla preparazione di un nuovo corpus di testi cipro-minoici.


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