Mnamon

Antiche scritture del Mediterraneo

Guida critica alle risorse elettroniche

Messapico

- VI-II secolo a.C.


Esempi di scrittura



MLM 2 Ne

MLM 2 Ne

Piccola stele di pietra leccese da Nardò (Lecce)

L'iscrizione è incisa con andamento semicircolare e con ductus sinistrorso su una faccia della stele.

La lettura è:

baolihinolibataos

da dividere in:

baolihi no libataos

L'iscrizione si data, in base a criteri paleografici, prima metà VI e prima metà V secolo a.C. L'altezza delle lettere è variabile, e le lettere presentano una forma arcaica, come si vede dalla forma dell'alpha, del ny e dal beta con la prima asta allungata.

Il testo si presenta come una formula onomastica maschile al genitivo interrotta dal verbo essere no (= sum). La formula Baolihi Libataos è da analizzare come prenome Baolihi (genitivo da un tema baole-) seguito da un appositivo Libataos, anch'esso al gentiivo singolare. L'assegnazione del valore al secondo elemento onomastico (gentilizio o patronimico) è più difficile, perché sembra esistere non solo una probabile differenziazione nel tempo dell'uso del gentilizio, ma anche sociale, dato che le donne tendono a conservare il patronimico (Untermann 1964).

 

 



MLM 1 Vi

MLM 1 Vi

Blocco di pietra da Vieste Garganico (FG)

L'iscrizione è incisa destrorsa sulla faccia superiore e continua su un'altra faccia del bocco di pietra.

a) agol|2zonvi|3nana     b) diva|2dama|3tira

Il testo da restituire è:

agolzon vinana   diva damatira

L'iscrizione si data, in base a criteri paleografici, tra IV e III secolo a.C. Si nota un errore di scrittura sulla faccia laterale del blocco, dove la prima lettera di diva, un delta, è stato prima realizzato come alpha.

Se non è possibile fornire un inquadramento lessicale per algozon, perché scarsamente attestato (unica altra attestazione nella forma agolzei in un'altra iscrizione da Vieste Garganico: MLM 2 Vi) Vinana è  un nome proprio femminile, probabilmente un gentilizio, espresso al singolare nominativo. L'espressione Diva Damatira compare invece altre volte nell'epigrafia messapica: si tratta di un teonimo femminile. Damatira infatti è la forma messapica della dea Demetra, mentre Diva è il suo appositivo, espresso anche nella forma Deiva. Questo, come altri blocchi analoghi iscritti da Vieste Garganico, sono da inquadrare nell'ambito votivo.



MLM 31 Me

MLM 31 Me

Piccola lastra di carparo da Mesagne (BR)

L'iscrizione è realizzata con ductus destrorso su due righe. A sinistra dell'iscrizione è raffigurata una piccola croce di S. Andrea su un asta verticale, stilizzazione della fiaccola demetriaca. Un alpha, evidentemente dimenticato nella scrittura del testo, è stato reinserito sotto la riga all'altezza della lettera beta. L'ultima lettera del testo è stata eseguita al di sotto della riga per motivi di spazio.

In base alla forma delle lettere, in particolare dell'alpha con tratto mediano angolato, del rho con breve apice obliquo e del sigma con asta superiore allungata, l'iscrizione si data al III secolo a.C.

Si legge:

tabaroa|2s

 testo da restituire è:

tabaroas

La fiaccola demetriaca e il nome espresso nel testo rimandano ai culti demetriaci. Il nome tabara, analizzabile come *to-bhorā (derivato da *to-bher-, cfr. il greco ϕορός) ha il significato di "colei che porta (le offerte), quindi "sacerdotessa".  Nel corso della documentazione epigrafica si osservano dei casi di passaggio dal nome dalla classe dell'appellativo a quella del nome proprio, seguito da un secondo elemento onomastico (Patronimico/gentilizio). Cfr. per casi di ieronimia in Messapico de Simone 1982.

 



MLM 11 Ruv

MLM 11 Ruv

Piccolo peso da telaio di forma discoidale da Ruvo (BA).

Il peso di argilla presenta due fori passanti presso l'estremità superiore e uno stampiglio con due cani affrontati sulla faccia iscritta.

L'iscrizione destrorsa è stata praticata prima della cottura dell'argilla.

Si legge:

epakas

Si tratta di un nome femminile al genitivo, come spesso accade in questa classe di oggetti, destinati per lo più alla funzione di pesi da telaio.

La maggior parte dei pesi da telaio provenienti da Ruvo è di forma troncopiramidale e reca l'iscrizione con un nome femminile al genitivo o al nominativo.



MLM 2 Br

MLM 2 Br

 

(G. Pugliese Carratelli (ed.), Italia omnium terrarum parens, Milano 1989).

 

Lastra di carparo da una tomba in Loc. Belvedere, Brindisi. Brindisi. Museo Archeologico Provinciale Fr. Ribezzo, Brindisi. Inv. 648. III sec. a.C. (MLM 2 Br).

 

Su una delle facce interne della tomba a cassone è iscritto il nome del defunto, Vallas Dazetθes, al genitivo. Entrambi gli elementi del nome sono ben noti nell'epigrafia e nell'onomastica messapica.



Altare in pietra

Altare in pietra
Fonte: Courtesy F. D’Andria, photo G. Ruggiero

 

Altare in pietra dall'Athenaion di Castro, Loc. Capanne, Lecce. Museo Archeologico di Castro. VI sec. a.C. (D’Andria 2021).

 

Nel 2009, gli scavi in Loc. Capanne a Castro, condotti da Francesco D'Andria dell'Università del Salento, hanno portato alla luce alcuni blocchi di pietra e frammenti di ceramica con iscrizioni, pertinenti ad un santuario dedicato ad Athena, come conferma la grande statua della dea ritrovata. Il blocco di pietra con iscrizione nella foto è pertinente ad un altare. La scrittura è realizzata in boustrophedon. Il testo dice: ]edasoroiba[|2]aszarasma, da dividere in ]edas oroiba […]as zaras ma. La parola zaras è riconoscibile come nome personale e ma è una particella proibitiva. Per le altre parole non si ha al momento una spiegazione convincente.



MLM 19 Cae

MLM 19 Cae
Fonte: Concessione del Museo Archeologico Provinciale Fr. Ribezzo

 

Tavola di Bronzo da Ceglie, Monte Vicoli, trovata nel 1887. Ora al Museo Archeologico Provinciale Fr. Ribezzo, Brindisi. Inv. 674. III sec. a.C. (MLM 19 Cae).

 

La lunga iscrizione (7 righe) è di difficile interpretazione. Si riconosce la parola bennan, accusativo singolare, probabilmente un veicolo (cfr. la parola celtica Celtic: benna = ‘mezzo di locomozione'). Probabilmente nella sequenza ]dita nella 6a riga è da riconoscere il nome della dea Afrodite.



MLM 37 Lup

MLM 37 Lup

 

(G. Pugliese Carratelli (ed.), Italia omnium terrarum parens, Milano 1989).

 

Lastre di carparo pertinenti alla copertura della tomba XII della necropoli dell'Anfiteatro di Lecce. Museo Castromediano, Lecce. Nr. 4647-4648, III sec. a.C. (MLM 37 Lup).

 

Le due lastre presentano un'iscrizione con la formula onomastica composta da tre elementi: il primo nome Θotor è anche teonimo in Messapico, scritto in varie forme. Il nome che segue, Soolles, è il gentilizio, entrambi sono espressi in nominativo. Segue il patronimico, realizzato con il nome del padre in genitivo, Stabos.



Coppa biansata in argilla

Coppa biansata in argilla
Fonte: Foto di G. Mastronuzzi

 

(F. D’Andria, Necessità di un’archeologia delle iscrizioni: tra Taranto, la Messapia e l’Athenaion di Castro, Orizzonti, 23, 2022).

 

Coppa biansata in argilla da Piazza Dante, Vaste (Lecce). Dipartimento Scienze Archeologiche, Università di Lecce.

 

La coppa, di produzione locale, presenta un'iscrizione dipinta in rosso: oššoviz. Dall'epigrafia messapica conosciamo anche un teonimo e nome personale Oššo, che ha anche il corrispondente femminile Oššova. La terminazione in -viz è invece insolita e non trova confronti nella lingua messapica.



Parete della Grotta della Poesia

Parete della Grotta della Poesia
Fonte: Foto di S. Marchesini, su permesso del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi e Lecce

 

Parete della Grotta della Poesia a Roca Vecchia, Melendugno (Lecce).

 

La grotta, conosciuta dall'uomo sin dalla preistoria, presenta una continuità di incisioni sulle pareti, che in età messapica diventano iscrizioni. La maggior parte della superficie di quasi 600 metri quadrati è coperta da iscrizioni sovrapposte in Messapico e alcune in Latino e Greco.