Esempi di scrittura
Stele di Xi'an Fu
Particolare bilingue dall'iscrizione siro-orientale di Xi'an Fu (VIII secolo, dinastia Tang).
L'estrangelo qui riprodotto, molto regolare, è scritto verticalmente sulla facciata laterale destra della stele: su ogni colonna è scritto il nome di un chierico, immediatamente seguito dalla sua versione cinese.
gygwy qšyš’ w’rkydyqwn
pwlws qšyš’ - seng bao ling
šmšwn qšyš’ - seng shen shen
’dm qšyš’ - seng fa yuan
’ly’ qšyš’ - seng li ben
’ysḥq qšyš’ - seng he ming
Gigoy, presbitero e arcidiacono
Paolo, presbitero - religioso Baoling
Sansone, presbitero - religioso Shenshen
Adamo, presbitero - religioso Fayuan
Elia, presbitero - religioso Liben
Isacco, presbitero - religioso Heming
Iscrizione di Birecik
L'iscrizione siriaca più antica, proveniente da Birecik (6 e.v.), sull'Eufrate (turchia sud-orientale).
Birḥ ’dr šnt (317)
’n’ zrbyn br ’b[gr] šlyṭ’ dbyrt’
Mrbyn’ d‘wydlt [br] m‘nw br m‘nw
‘bdt byt qbw[r’ hn’ lnp]šy wlḥlwy’
Mrt byty wlbn[y….] yd kl
’nš dy’t’ b[byt qbwr’] hn’
Wyḥz’ wyšbḥ y[brkwnh ’lh’ k]lhwn
Ḥšy glp’ wslw[k ] ywt[’
Tnw ‘rwh ‘bdw[
Nel mese di Adar dell’anno 317
Io, Zarbiyan figlio di Abgar, governatore di Birta,
tutore di ‘Awidallat figlio di Ma‘nu figlio di Ma‘nu
feci questa tomba per me stesso e per Ḥalwiya
signora della mia casa, e per i miei figli…. chi=
unque venga a questa tomba
e veda e renda lode, possa ogni bene benedirlo.
Ḥaššay lo scultore e Seluk…..
La fecero
ms BL Add 12150
Esempio dal primo manoscritto siriaco datato (411 e.v.), British Library Add. 12150, in estrangelo con occasionali varianti corsive.
Una pagina dal più antico esempio conosciuto di estrangelo calligrafico manoscritto su pergamena, datato al 411. Il manoscritto contiene opere di Tito di Bostra, Eusebio di Cesarea, sezioni delle Recognitiones pseudo-clementine e un martirologio. Il testo è scritto sempre su tre colonne per pagina, per una media di 38-42 linee a colonna. Sono ancora rari i segni diacritici.
Mosaico funerario
Particolare da un mosaico funerario edesseno detto "di Abgar", fine II-inizio III secolo, proveniente dal cimitero nord di Edessa, con scritte in una forma arcaica di estrangelo
’n’ br smy’ br
’šdw ‘bdt ly
Byt ‘lm’ hn’
Ly wlbny wlḥy
‘l ḥyy ’bgr
Mry w‘bd ṭbti
Io, Bar Simya figlio di
Ašadu, feci per me stesso
questa dimora d’eternità,
per me stesso e per i miei figli e per i miei fratelli,
per la vita di Abgar,
mio signore e benefattore.
Nell’immagine si legge chiaramente anche il nome ’bgr br | m‘nw, “Abgar figlio di Ma‘nu”, scritto accanto al capo del personaggio centrale.
Busto di donna con figlia
Busto femminile ritrovato a Edessa, con annessa figurina intera della figlia della donna e iscrizione in estrangelo. Origine e data sconosciute.
Ṣlm’ dšlmt brt
Mrwn’ wdrbyt
Brth
Immagine di Šalmat figlia di
Maruna e di Rabbayta
Sua figlia
Famiglia edessena - mosaico
Mosaico edesseno non datato, ma probabilmente del III secolo, raffigurante famiglia altolocata, con i nomi dei membri scritti al di sopra e tra i volti.
G‘w ’ntt
Mqymw
Šlmt brt
M‘nw
Mqymw br ’bdnḥy
’z … br
Mqymw
‘bdšmš br
Mqymw
M‘nw br
Mqymw
’mtnḥy
Brt mqymw
Ga‘u moglie
di Muqimu
Šalmat figlia
Di Ma‘nu
Muqimu
Figlio di Abdanaḥay
Az … figlio di Muqimu
‘Abdšamaš figlio di Muqimu
Ma‘nu figlio di Muqimu
Amatnaḥay figlia di Muqimu
Manoscritto di Rabbula
Un'immagine del celebre tetraevangelo di Rabbula. Manoscritto in estrangelo, finito di copiare nel 586 al monastero di Giovanni di bet Zagba, nord di Apamea, Siria; oggi alla Laurenziana di Firenze, Plut. I. 56
In testa alla pagina si legge: "Canone primo" (qnwn qdmy’): si tratta cioè della prima delle dieci tavole illustranti i canoni eusebiani, che elencano passaggi dei vangeli posti in sinossi per evidenziare il loro accordo. Eusebio di Cesarea (IV secolo) aveva infatti suddiviso i vangeli in sezioni numerate, e le aveva poste in parallelo su colonne in una serie di dieci tavole ("canoni") per indicarne sinotticamente la concordanza.
Si distinguono poi in alto, ciascuno con sopra la propria didascalia, a sinistra Salomone (Šlymwn) e a destra il re Davide (Dwyd mlk’).
Nei quattro spazi dell’elemento architettonico, sono posti in colonna i numeri (indicati in lettere siriache) delle sezioni concordanti nei quattro vangeli. In testa a ogni colonna, infatti, si legge il nome di un evangelista: da sinistra a destra, Giovanni (Ywḥnn), Luca (Lwq’), Marco (Mrqws) e Matteo (Mty). In fondo, trasversalmente alle ultime tre righe, si legge in rosso: " Fine del primo canone in cui i quattro evangelisti concordano l'uno con l'altro" (šlm qnwn qdmy’ dbh ’rb‘’ ’wnglsṭ’ šlmw lḥdd’); seguono ancora una volta, all'ultima riga, i nomi dei quattro evangelisti.
Iscrizione per la regina Shalmat
Iscrizione non datata su colonna, probabilmente della prima metà del III secolo, proveniente dalla cittadella di Urfa (Edessa).
’n’ ’ptwḥ’
Nw[hdr’] br
Brš[….‘]bdt
’sṭwn’ hn’
W’dryṭ’ d‘l mnh
Lšlmt mlkt’ brt
Mn‘w pṣgryb’
’nt[t…….]’
Mrty [w‘bdt ṭbty
Io Aptuḥa,
Comandante, figlio di…
Feci questa colonna
E la statua sopra di essa
Per Šalmat, la regina, figlia di
Ma‘nu, il principe della corona,
moglie [di….]
mia signora [e mia benefattrice
Esempio di “epigrafe a specchio” in siriaco
Fonte: Photo: Karel C. Innemée. Drawing by Lucas Van Rompay. Beth Mardutho: The Syriac Institute.
L’epigrafe, dipinta in senso longitudinale sul muro della chiesa principale del monastero di Dayr al-Suryān, in Egitto, riporta il nome di Ciriaco, patriarca di Antiochia (qryšʾ (sic; qdyšʾ?) qwryqws pʾṭryrkʾ d-ʾntywykyʾ).
Tavole paleografiche
È possibile scaricare qui delle tavole paleografiche contenenti numerosi esempi di grafia siriaca (si ringrazia il Prof. Borbone)
Iscrizioni su colonna a Gerusalemme
Fonte: Wikimedia Commons
Due delle diverse iscrizioni incise da pellegrini di lingua siriaca sulle colonne all’ingresso della Chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme. La prima, in estrangelo, riporta solo il nome e la provenienza: ܣܪܓܝܣ ܕܝܪܝܐ ܚܐܚܝܐ, “Sergio, monaco di Ḥaḥ”, villaggio del Ṭur ‘Abdin, nella Turchia sud-orientale; è stato possibile, tuttavia, identificare questo personaggio grazie a una nota da lui stesso apposta a un evangeliario. Si tratta di Sergio, metropolita di Ḥaḥ dal 1505, che prima di ascendere alla carica aveva visitato, da monaco, il Santo Sepolcro nel 1490 e nel 1502. Cf. Brock-Goldfus-Kofsky 2007, 417-418. La seconda, più estesa e scritta in un miscuglio di estrangelo e serto, recita: ܐܬܕܟܪ ܡܪܢ ܠܥܒܕܟ ܚܛܝܐ ܘܢܝܣ ܕܝܪܝܐ ܒܪ ܐܝܣܚܩ ܡܢ ܐܬܪܐ ܕܓܪܓܪܝܐ ܣܢܬ ܐܠܦ ܬܡܐ ܬܣܥܝܢ ܕܝܘܢܐ, “Signore nostro, ricordati del tuo servo Wanis (sic), il peccatore, monaco, figlio di Isacco della regione della gente di Gargar. Anno 1890 dei greci (= 1578/9 d.C.)”. Gargar è una regione a sud dell’antica Melitene, oggi Malatya. Cfr. Brock-Goldfus-Kofsky 2007, 417.
Tra le due iscrizioni si legge anche un altro nome, in serto molto più piccolo, e non identificabile: ܓܝܘܪܓܝ, “Giorgio”.