Esempi di scrittura
Leponzio: Ornavasso
Fonte:
http://www.univie.ac.at/indogermanistik/quellentexte.cgi?46
laTumarui : saPsuTai : Pe : uinom : našom
“Per Latumaros e Sapsuta, vino di Naxos”
L'iscrizione, incisa su un vaso da vino detto "fiasca a trottola", proviene dalla tomba 84 della necropoli di Ornavasso (VB). Essa è databile tra la fine del II sec. a. C. e l'inizio del I sec. Il senso della scrittura va da destra a sinistra.
La breve frase mostra un sistema di flessione nominale tipico delle lingue indoeuropee, con i nomi dei due dedicatarii, uno al maschile uno al femminile, al dativo connessi tramite la congiunzione enclitica -pe, equivalente al -que latino, seguiti da una frase nominale. Latumaros e Sapsuta sono due nomi propri: Sapsuta sembrerebbe non celtico, ma declinato alla maniera celtica mentre Latumaros conterrebbe un riconoscibile elemento celtico -maros “grande”, comune nei nomi personali, e una radice riconducibile al gallico lato- “ardore, furia”; uinom è chiaramente il termine per “vino” e Našom è l’aggettivo indicante la città greca di Naxos, in Sicilia, celebre per il vino pregiato.
Leponzio: Prestino
Fonte: Michel Lejeune - Lepontica, Paris: Les Belles Lettres, 1971. Planche XII.
Questa stele di arenaria di quasi 4m di lunghezza è stata ritrovata per caso nel 1966 a Prestino, Como, durante i lavori di costruzione dell'autostrada. Gli scavi successivi hanno messo alla luce un complesso probabilmente pubblico o sacro risalente al 480-450 a. C.
L'iscrizione, incisa nell'alfabeto detto "di Lugano" e considerata da molti come la più antica conosciuta in una lingua celtica (VI-V a. C.), ha la particolarità di riportare un elemento verbale e tre segni (θ, v e z) inusitati in lepontico. Il senso dello scritto va da destra a sinistra.
uvamoKozis : Plialeθu : uvlTiauioPos : ariuonePos : siTeś : TeTu
"Vamogotsis Blialedu ha posto (questa) stele per gli Uvltiauio- Ariuo-"
La struttura può essere analizzata come segue: doppio nome del dedicante al nominativo, seguito dal doppio nome dei dedicatari al dativo plurale (-bos), l'oggetto della dedica all’accusativo ed infine il verbo, 3° persona singolare di ciò che sembra un preterito con raddoppiamento. A livello sintattico la seconda iscrizione mostra un ordine degli elementi della frase arcaico di tipo SOV, laddove un’altra iscrizione proveniente da Vergiate dimostra piuttosto un ordine SVO. La teoria prevalente è che il leponzio stesse lentamente evolvendo dalla prima situazione verso la seconda, ma la documentazione in nostro possesso non ci permette al momento di formulare ipotesi più articolate. Per quanto riguarda la morfologia verbale, il leponzio sembra condividere col gallico l’innovazione del preterito in -t-, dalla forma di imperfetto indoeuropeo.
Leponzio: Vergiate
Fonte:
http://www.univie.ac.at/lexlep/wiki/VA%C2%B76_Vergiate
Stele funeraria risalente al VI-V sec. a.C. ritrovata nel 1913 a Vergiate (VR), nei pressi della chiesa San Gallo e ora conservata a Milano nei Musei del Castello Sforzesco.
pelkui : pruiam : teu : karite : iṣ́ọs : kalite : palaṃ[
"Deu ha posto (?) la tomba (?) per Belgos ; lo stesso ha eretto la stele"
L'iscrizione mostra chiaramente una struttura a due frasi, contenenti due verbi paralleli al preterito (karite, kalite) e due oggetti corrispondenti all'accusativo singolare (pruiam, palaṃ). L'analisi, così come la traduzione, è ancora incerta. Il primo termine sembra un dativo singolare indicante il nome del beneficiario dell'offerta, seguito dall'oggetto dedicato, mentre il dedicante al nominativo potrebbe essere teu; iṣ́ọs sarebbe il pronome dimostrativo al nominativo. A proposito dei due oggetti, Pala, già noto attraverso altre iscrizioni, sempre in ambito funerario, potrebbe essere tradotto come "stele"; più difficle, invece, l'interpretazione di Pruia, che alcuni studiosi hanno accostato al termine gallico briua "ponte, pavimentazione".