Mnamon

Antiche scritture del Mediterraneo

Guida critica alle risorse elettroniche

Ebraico

- (XII sec.a.C.? - oggi)

a cura di: Daniele Tripaldi (revisione a cura di Valentina Marchetto)     DOI: 10.25429/sns.it/lettere/mnamon004
Ultimo aggiornamento: 12/2021


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Codex Leningradensis. 1010, Cairo/Damascus. Oriental square script


Di origine fenicia e natura alfabetica, la scrittura ebraica si compone di 22 segni consonantici lineari, e procede da destra a sinistra.


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Indice dei contenuti

I. Le origini

La comparsa e la diffusione, tra il IX-VIII sec. a.C. e il primo quarto del VI sec. a.C., di una scrittura sicuramente e specificatamente “ebraica”, usata cioè per trascrivere le varianti dialettali della comune lingua cananea in uso presso le popolazioni stanziatesi sugli altopiani centrali e le montagne di Giuda a partire dal XII-XI sec.a.C., seguono al costituirsi e all'emergere dei regni indipendenti di Israele, prima, e Giuda, poi, e vi rimarranno legate fino alla conquista assira di Samaria, capitale del primo (722 a.C.), e alle deportazioni babilonesi che decapiteranno i vertici politici del secondo nel 587/586 a.C. Allo stato attuale delle discussioni rimane infatti ancora problematica la qualificazione linguistica degli alfabetari di Izbet Sartah e Tell Zayit (rispettivamente, XII-XI e X sec.a.C.), dell’ostrakon di Khirbet Qeiyafa (X sec.) e del calendario di Gezer (X-IX sec.a.C.) (fenicio? cananaico tardo? proto-ebraico?).

Le forti somiglianze formali, punteggiate da varianti locali appena percettibili, con la scrittura fenicia e, di riflesso, con le altre scritture cananaiche (moabitica, ammonitica, edomitica, filistea) ne denunciano la comune origine storica e geografica nel dominio della lingua fenicia, in generale, e del dialetto di Tiro, in particolare, sulla regione di Canaan tra XI sec. a.C. e prima metà dell’ VIII sec. a.C. (G.Garbini). In Is 19, 18, la lingua del regno di Giuda sarà definita tout court “śpt kn‘n”, lett.: “labbra di Canaan”, a indizio di una simile consapevolezza nei parlanti stessi. Al sud, la tendenza a dare ad alcuni segni (k, m, n, p) un andamento obliquo, con arrotondamento verso sinistra delle aste verticali, si presenta più accentuata rispetto alle scritture fenicie e alle attestazioni epigrafiche del regno di Israele e del regno di Moab, dove pure inizia a comparire, e tradisce l’esistenza di una diffusa pratica scribale e lo sviluppo e l’influenza di una scrittura corsiva. Dal IX sec.a.C., sulla scia della nuova politica di espansione assira, si iniziano a intravedere le prime tracce della pressione culturale dell’aramaico che la accompagnava, nell’influenza esercitata dalla scrittura aramaica sulle varianti dell’alfabetario fenicio in uso in tutta la Palestina meridionale, quella “ebraica” compresa. A questa influenza va infatti attribuita la comparsa delle prime matres lectionis in posizione tanto finale che mediana: si tratta dell’uso dei segni consonantici per i suoni ’, w e y, gli ultimi due in particolare, come trascrizione non tanto e non solo di semivocali in dittonghi non contratti, ma anche di suoni vocalici pieni (a, o/u, e/i).

Tra le attestazioni, si contano graffiti parietali, iscrizioni monumentali e dipinte o incise su vasi, lettere e sigilli su ostraka sparsi sui territori dei regni di Israele e Giuda.

Voce “Alphabet, Jewish” della Jewish Encyclopedia, tavola 1, colonne 3-4.


II. Tra Babilonia e la seconda rivolta anti-romana: sviluppi e ideologie

Con il ritorno dalla Babilonia nella nuova provincia persiana di “Yehud”, scaglionato in circa 150 anni (539 - 398 a.C), la sempre più forte e massiccia influenza dell’aramaico, già da tempo ormai nuova lingua franca del Vicino Oriente e destinato ad imporsi in Palestina come idioma parlato, finì per produrre la completa assimilazione della scrittura fenicia alla grafia dei caratteri aramei (cfr. Jewish Encyclopedia, ibid., tavola 2).

I ritrovamenti archeologici nei siti di Elefantina, nel sud dell'Egitto, ai confini con la Nubia, e di Khirbet Qumran, Masada, Murabba‘at, Khirbet Mird, Naḥal Ḥever, Naḥal Mishmar e Wadi Daliyeh (a nord di Gerico), nel deserto della Giudea, intorno al Mar Morto (vd. mappa di alcuni dei siti citati), hanno portato alla luce testi letterari e documenti non letterari su papiro e/o pergamena, lettere private, ostraka, in entrambe le lingue, per il periodo che va dal V sec. a.C. all’ultima rivolta giudaica del 132-135 d.C. In questo periodo, si sviluppa ulteriormente e si afferma l’uso delle matres lectionis.

La scrittura fenicia si è conservata, sporadicamente e in forma schematizzata, in alcuni manoscritti ebraici da Qumran e greci da Naḥal Ḥever (in particolare, per scrivere il tetragramma YHWH) e su monete, come segno ideologico della ritrovata indipendenza e del nuovo fiorire del regno d’Israele sotto gli Asmonei (143 – 63 a.C.), ma risulta ormai scomparsa per il I sec.d.C., riaffiorando solo cursoriamente nei conii battuti al tempo delle due grandi rivolte giudaiche (66-70 d.C. e 132-135 d.C.), alla luce dei primi, temporanei successi (cfr. Jewish Encyclopedia, ibid., tavola 1, colonne 5-7). Sopravvive ancora oggi, con alcune modifiche in senso unciale, nell’alfabeto samaritano (cfr. Jewish Encyclopedia, ibid., tavola 1, colonne 8-9).


III. Verso l'età  medioevale e moderna: scritture quadratiche, corsive e speciali

Sull’ulteriore evoluzione storica del nuovo tipo alfabetico, la scrittura detta «quadratica» per la forma rettilinea e, appunto, squadrata delle lettere, si è sviluppata, a partire dal VI-VIII sec. d.C., la trasmissione manoscritta più recente (Masorah) dei testi “canonici” della tradizione religiosa ebraica (Tanak; Mishnah; Talmudim). Alla vocalizzazione per matres lectionum si sovrappongono sistemi complessi di vocalizzazione per puntazione, geograficamente differenziati: il tiberiense, che prevarrà, il palestinese, il babilonese, e il samaritano, considerato eterodosso dal Giudaismo ufficiale.

Contemporaneamente, nelle comunità ebraiche della diaspora, su tutto il bacino del Mediterraneo e nella penisola arabica, nell’Europa continentale ed orientale, si iniziano a sviluppare scritture corsive e scritture speciali per glosse e commenti al nuovo “canone” (cfr. Jewish Encyclopedia, ibid., tavole 4 e 5).

La scrittura quadratica e una sua variante corsiva, di origine ashkenazita, sono tuttora ufficialmente in uso nello Stato d’Israele e nella produzione letteraria in neo-ebraico o ivrìt.