Venerdì 19 ottobre a partire dalle ore 11,30 presso la Sala Azzurra, Palazzo della Carovana della Scuola Normale Superiore si terrà il seguente seminario:
Daniele Maras (Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l'area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l'Etruria Meridionale) "Scritture d'Etruria: modelli alfabetici e particolarismi grafici dalle 'corti' orientalizzanti ai santuari arcaici".
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(A.Russo)
Giovedì 7 giugno a partire dalle ore 11,30 presso l'aula Bianchi-scienze, Palazzo della Carovana della Scuola Normale Superiore si terrà il seguente seminario:
Salvatore Gaspa (Humboldt Senior Research Fellow
Seminar für Sprachen und Kulturen des Vorderen Orients – Assyriologie
Ruprecht-Karls-Universität Heidelberg) "Le tavolette “greco-babilonesi”: problemi, interpretazioni e prospettive di ricerca".
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(A.Russo)
Il nuovo libro di Salvatore Gaspa “Textiles in the Neo-Assyrian
Empire. A Study of Terminology” (Studies in Ancient Near Eastern
Records 19), Boston-Berlino: De Gruyter 2018, Pp. 443, 22 ill., 4
tabelle, ISBN 978-1-5015-1074-8, offre per la prima volta uno studio
sistematico e interdisciplinare sulla produzione e il consumo di
tessili nell’impero neoassiro e, soprattutto, raccoglie e discute il
lessico dei tessili (fibre, processi produttivi, professioni,
strumenti, decorazioni e prodotti finiti) dall’intera documentazione
degli archivi neoassiri. Lo studio si completa di una analisi della
gestione amministrativa della produzione e distribuzione dei tessili
da parte dello Stato assiro e del ruolo di questi prodotti
nell’economia, cultura palatina, attività cultuali e militari del
primo impero del mondo antico. Il libro include anche una riedizione
di alcuni documenti amministrativi relativi a tessili conservati al
British Museum.
Aegean Scripts. Proceedings of the 14th International Colloquium on Mycenaean Studies, Copenhagen, 2-5 September 2015 (Incunabula Graeca CV:1-2), M.-L. Nosch, H. Landenius Enegren (edd.), 2 voll., Roma, CNR edizioni, 2017 (ISBN 978-88-8080-275-4).
Il volume contiene gli Atti del 14° Colloquio Internazionale di Micenologia, svoltosi a Copenhagen dal 2 al 5 settembre 2015. Gli autori dei 44 contributi pubblicati sono fra i maggiori specialisti dei testi egei e ciprioti del II e I millennio a.C. Gli Atti si articolano nelle seguenti sezioni: 1) Scripts, Palaeography and Research Tools, 2) Interpretations and Contexts, 3) Philology and Linguistics, 4) Comparative Studies between the Aegean the Levant and the Ancient Near East, 5) Historiography. Hanno finanziato la pubblicazione la Lillian and Dan Fink Foundation, la Carlsberg Foundation, la Danish National Research Foundation, l’Institute for Aegean Prehistory, la R. K. Rasks Legat Foundation e la University of Copenhagen. Il volume è stato curato da M.-L. Nosch e H. Landenius Enegren ed è pubblicato dall’Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico del Consiglio Nazionale delle Ricerche nella collana “Incunabula Graeca” diretta da M. Bettelli e M. Del Freo.
Grande eco ha avuto la notizia pubblicata su Biblical Archaeology Review , March-May 2018 – del rinvenimento della cretula (bulla) B12 (Reg. n. 3606) parzialmente conservata, iscritta su due righe che leggono, la prima lyš‘yh[w] «(appartenente) a Isaia», e la seconda nby.
La bulla B12, ritrovata nel 2009 durante gli scavi presso l’Ofel di Gerusalemme diretti da E. Mazar, nell’area A2009, si trovava all’interno di un ammasso di detriti che, tra l’altro, comprendeva 34 bullae, di cui 24 iscritte.
La bulla B12 è divisa in tre registri e l’iscrizione ebraica ne occupa gli ultimi due. Nel registro di mezzo si legge chiaramente lyš‘yh, mentre nell’ultimo registro nby. La frattura della bulla nella sua parte sinistra ha fatto ipotizzare a E. Mazar una possibile ricostruzione dell’epigrafe in questi termini: lyš‘yh[w h] nby[’] «(appartenente) a Isaia [il] profeta». Ora, poiché senza la lettera alef finale il solo termine nby non può significare «profeta», appare immediatamente chiaro come, in ogni caso, l’attribuzione della bulla al «profeta» Isaia può al massimo rappresentare una felice congettura. Ma tale congettura presenta anche altre difficoltà, tra l’altro già accennate dalla stessa E. Mazar.
Due sono, a mio giudizio, le difficoltà più rilevanti (per una più dettagliata critica si veda C. Rollston in http://www.rollstonepigraphy.com/). La prima è che non mi sembra vi sia sufficiente spazio per inserire tale alef alla fine della linea, essendo il termine nby inciso esattamente al centro dell’ultimo registro. La seconda, e ben più importante, è data dal fatto che il termine nby è già noto nell’epigrafia ebraica, potendo esso indicare il nome di persona «Nobai», oppure la forma-nisbe del gentilizio, «nobita», cioè proveniente da Nob (cfr. W. Röllig, Siegel und Gewichte, in J. Renz – W. Röllig, Handbuch der Althebräischen Epigraphik, Bd. II/2, Darmstadt 2003, testi nn. 10.83; 13.10; 16.66; 21.82).
In breve, non mi pare vi sia alcuna evidenza che tale bulla possa essere associata al «profeta» Isaia; essa apparteneva a un Isaia omonimo del più famoso profeta. (Paolo Merlo Pontificia Università Lateranense)
Ritrovata per la prima volta in situ a Gerusalemme, vicino al muro occidentale, un'impressione sigillare del VII-VI sec. a.C. recante fra l'altro la scritta lsr 'r, ovvero: "(appartenente) al governatore della città". Questa figura è menzionata due volte nelle scritture ebraiche (2 Re 23,7; 2 Cr 34,8). https://www.youtube.com/watch?v=XGD5sf885yw
(D.Tripaldi)