Mnamon

Antiche scritture del Mediterraneo

Guida critica alle risorse elettroniche

Edomitico

- VIII-VI sec.a.C.


Esempi di scrittura



Ostrakon da Ḥorvat ‘uza (VII-VI sec.a.C.)

Ostrakon da Ḥorvat ‘uza (VII-VI sec.a.C.)

l. 1: ′MR LMLK ′MR LBLBL

l. 2: HŠLM ′T WHBRKTK

l. 3.: LWS W‘T TN ′T H′KL

l. 4: ′ŠR ‘MD ′H′MH [...]

l. 5: WHRM ‘[Z]′L ‘L MZ[BḤ ...]

l. 6: [...] HMR H′KL

 

"Ha detto Lmlk: 'Dì a Blbl

«Stai bene? Io ti benedico

da parte di Qaus. Ora, da' il cibo

che ′h′mh ha presentato (?) [...] 

e lo innalzerà (= lo offrirà) ‘[z]′l sull'al[tare...]

[... (di modo che /perché non?)] lieviti (?) il cibo»'" 

 

Il coccio sembra riportare uno scambio epistolare tra un certo Lmlk (un alto ufficiale?) e un secondo personaggio senza nome, che a sua volta deve riferire un messaggio ad un tale Blbl (il comandante della fortezza?). Nonostante la lettera sia stata ritrovata in una delle fortificazioni giudaiche costruite nel Negev orientale nel VII sec., per bloccare l'espansione degli Edomiti nel regno di Giuda, pure, i tre personaggi coinvolti appaiono chiaramente accomunati dal culto di Qaus, dio "nazionale" di Edom, e si rivelano, quindi, con tutta probabilità, di origine edomita. La spiegazione potrebbe forse essere che, per il tempo in cui l'ostrakon è stato scritto, la fortezza fosse già caduta in mano edomita, il che implicherebbe una datazione dello stesso piuttosto agli anni 595-594 o 588-586 a.C. circa. Il testo, di carattere amministrativo, si riferisce ad una consegna di cibo, forse impasto non lievitato, al messaggero stesso. Il cattivo stato di conservazione delle ultime tre linee non permette di precisare ulteriormente il quadro, ma da quel poco che si legge potrebbe trattarsi di un'offerta rituale.



Sigillo di Pietra da ‘En Azeva (VII-VI sec.a.C.)

Sigillo di Pietra da ‘En Azeva (VII-VI sec.a.C.)
Fonte: Israel Antiquities Authority

l. 1: LMSKT BN

l. 2: WḤZM

 

"(Appartenente) a Mskt, figlio

di Wm"

 

Il sigillo, in pietra, ritrovato in una fortezza edomita nel Negev, è inciso con l'immagine di due uomini in piedi l'uno di fronte all'altro, ai lati di un altare cornuto.