Mnamon

Antiche scritture del Mediterraneo

Guida critica alle risorse elettroniche

Etrusco

- VIII-I secolo a.C.


Esempi di scrittura



Tavoletta di Marsiliana d'Albegna.

Tavoletta di Marsiliana d'Albegna.

Secondo quarto del VII secolo a.C.

La serie alfabetica completa, riportata sul margine di una tavoletta scrittoria d’avorio (pugillaris), comprende tutti i segni della scrittura greca, così come era stata ricevuta in Etruria già nell’VIII secolo a.C. Si tratta pertanto allo stesso tempo del più antico alfabetario sia etrusco che greco. La sequenza delle lettere si riconoscono da destra a sinistra (fra parentesi la trascrizione dei segni in uso nell’etrusco): alpha (a), beta, gamma (c), delta, epsilon (e), digamma (v), zeta (z), het (h), theta (θ), iota (i), kappa (k), lambda (l), my (m), ny (n), samekh, omicron, pi (p), tsade (ś), qoppa (q), rho (r), sigma (s), tau (t), ypsilon (u), ksi (s+), phi (φ), chi (χ).

 



Cassetta di bucchero da Veio, santuario di Portonaccio.

Cassetta di bucchero da Veio, santuario di Portonaccio.

Prima metà del VI secolo a.C.

laris velkasna[s mini muluvanice] menervas

 

La cassetta riproduce un modello di legno, probabilmente utilizzato per conservare le sortes: strumenti di divinazione estratti a sorte per consultare la volontà degli dei.

Si tratta di un dono votivo alla dea Menerva, parte del deposito ritrovato nella zona dell’altare del luogo sacro veiente. L’iscrizione registra l’offerta da parte di Laris Velkasnas con la formula tradizionale, usata per tutta l’epoca arcaica sia per il dono aristocratico profano, che per il dono alle divinità.

La scrittura arcaica di Veio segna la spirante labiodentale /f/ con il digramma hv o vh e di regola rispetta la norma delle velari che vuole il kappa davanti ad a, il gamma davanti ad e ed i, il qoppa davanti a u; per le sibilanti vengono utilizzati tutti i segni: dal normale sigma a tre tratti a quello multilineare (che può contare fino a sette tratti) o in alternativa al segno a croce, ma si conoscono anche esempi di tsade.



Lamina A di Pyrgi.

Lamina A di Pyrgi.

Fin du VIe siècle av. J.- C.

ita . tmia . icac . he/ramaśva . vatieχe / unialastres . θemia/sa . meχ . θuta . θefa/rie{i} . velianas . sal / cluvenias . turu/ce . munistas . θuvas / tameresca . ilacve / tulerase . nac . ci . avi/l . curvar . teśiameit/ale . ilacve . alsase / nac . atranes . zilac/al . seleitala . acnaśv/ers . itanim . heram/ve . avil . eniaca . pul/umχva

 

La lamina d’oro fa parte di una serie di tre, rinvenute nell’area C del santuario di Pyrgi, accartocciate e deposte accuratamente per preservarle al momento dello smantellamento del luogo sacro. Il testo riporta la dedica del tempio e del santuario alla dea Uni da parte del magistrato ceretano Thefarie Velianas, con indicazioni del momento, della motivazione e delle modalità dell’offerta. Nelle altre due lamine erano riportate la traduzione fenicia piuttosto libera del testo etrusco (in cui il donatore è definito “re su Caere”, in fenicio mlk ‘l kysry’) ed una diversa iscrizione rituale etrusca riferita al medesimo personaggio.

Tra le particolarità della scrittura ceretana tardo-arcaica si segnalano l’uso del sigma a quattro tratti per la sibilante marcata (pronunciata come la /sc/ di scena) e la forma dell’alpha con traversa ascendente, tipica di Caere fino alla romanizzazione.



Tabula Capuana (anche detta Tegola di Capua).

Tabula Capuana (anche detta Tegola di Capua).

Inizio del V secolo a.C.

È il secondo testo etrusco noto per lunghezza, dopo quello del Liber Linteus conservato sotto forma di bende che avvolgevano la famosa Mummia di Zagabria, rinvenuta in Egitto. Come quest’ultimo, anche la Tabula di Capua conteneva un calendario religioso comprendente una serie di indicazioni rituali sulle festività e le cerimonie da compiere durante l’anno in onore delle divinità venerate nella città etrusca.

La tavoletta di terracotta dai margini rialzati era concepita come un documento di archivio, da conservare assieme ad altri simili impilati uno sopra l’altro.

Il testo è diviso da alcune linee orizzontali in settori, corrispondenti alle parti dell’anno, e le frasi sono spesso introdotte da formule di datazione introdotte dalla parola ilucve, “nella festa…”.

La scrittura etrusca della Campania settentrionale è molto vicina a quella arcaica di Veio, dalla quale deriva anche l’uso dell’interpunzione sillabica (che segna con uno o più punti tutte le lettere non comprese in sillabe aperte, tipo ca, ce, ci, etc.).



Lampadario porta-candele in bronzo da Cortona

Lampadario porta-candele in bronzo da Cortona

Fine del IV - prima metà del III secolo a.C.
mi . suθil : velθuriθura : turce . au(le) . velθuri : fniścial :

Lampadario di bronzo ad otto braccia radiali con terminazione ad uncino per sostenere le candele.
L'iscrizione, in alfabeto etrusco-settentrionale recente, è stata incisa a freddo attorno al piatto centrale decorato con un gorgoneion a rilievo, ed occupa il cerchio senza soluzione di continuità e con andamento regolare. Il testo registra la dedica dell'oggetto alla tomba della famiglia Velthuri, secondo un formulario adatto per un dono votivo, da parte di un suo membro di cui è riportato anche il metronimico: Au(le) Velthuri (figlio) di una Fnisci.
La scrittura di ambito settentrionale utilizza il sigma per la sibilante marcata nella parola suθil (pronuncia /šuthil/) ed il tsade per quella semplice in fniścial; secondo l'uso recente, invece, la consonante velare /k/ viene segnata con il gamma, come già accadeva in Etruria meridionale sin dall'epoca tardo-arcaica.