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Les écritures anciennes de la Méditerranée

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  1. 2011-04-19

    Iscrizioni geroglifiche egiziane di monumenti perduti nelle copie del XIX secolo: Alessandro Ricci

    Daniele Salvoldi

    Dopo la spedizione di Napoleone Bonaparte in Egitto, il Paese fu meta di numerosi viaggiatori e amatori antiquari, interessati a scavare gli antichi siti in cerca di oggetti preziosi e a copiare iscrizioni geroglifiche e rilievi per arrivare finalmente ad una decifrazione dei geroglifici egiziani. Finanziati soprattutto dai consoli di Francia e Gran Bretagna, una legione di disegnatori e procacciatori di antichità operarano con zelo, passione e impegno enormi in quella che viene definita la Guerra dei Consoli. Fra di loro, Alessandro Ricci, un giovane medico toscano, spicca per personalità e precisione. Fra 1818 e 1822 si dedicò al rilievo epigrafico con abilità impressionante, lasciandoci copie preziosissime di antichi rilievi e iscrizioni oggi perdute. Solo in Nubia fra 1810 e 1818 ben tredici interi templi vennero distrutti: l'entità del lavoro di Ricci può essere misurata su questo dato. Dall'analisi delle sue copie epigrafiche si cercherà di arrivare ad una restituzione dei testi antichi ormai perduti, facendo una riflessione sul processo della decifrazione dei geroglifici e sull'importanza delle testimonianze ottocentesche per la disciplina egittologica.