Mnamon

Antiche scritture del Mediterraneo

Guida critica alle risorse elettroniche

Geroglifico egiziano

- (3150 a. C. - IV sec. d.C.)

a cura di: M. Betrò- D. Salvoldi      DOI: 10.25429/sns.it/lettere/mnamon001   
Ultimo aggiornamento: 1/2022


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Iscrizione dell'Intendente Kheruef, XVIII dinastia, regni di Amenhotep III e Amenhotep IV; Luxor, necropoli di Sheikh Abd el-Qurna, TT 192


Dal greco hieros, ‘sacro’ e glyphos, ‘incisione’, traduzione dell’espressione egiziana ‘lingua divina’, che indicava appunto la scrittura egizia. Il geroglifico compare alla fine del IV millennio in maniera abbastanza subitanea, tanto da far pensare ad alcuni studiosi che fu un’invenzione a tavolino di un uomo, probabilmente influenzato dalla scrittura mesopotamica. Altri egittologi sostengono invece che i documenti precedenti a quella data, che attesterebbero l’evoluzione del sistema grafico, siano andati perduti perché scritti su materiale deperibile oppure perché non sono giunti fino a noi per caso. La scrittura consta di oltre 500 segni comuni, fino a un totale di 800 segni per l’Età classica, cui ogni anno se ne aggiungono di nuovi frutto di scoperte epigrafiche e filologiche; in Età tolemaica la scrittura raggiunge alcune migliaia di segni. L’ultima iscrizione geroglifica è datata al 24 agosto 394 d.C. e appare nel tempio di Philae in Alto Egitto.


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