Mnamon

Antiche scritture del Mediterraneo

Guida critica alle risorse elettroniche

Licio (V-I sec. a.C.)

a cura di: Giulia Torri


  • Presentazione
  • Le scritture
  • Approfondimenti

Il licio è una lingua parlata tra la metà e la fine del I millennio a.C. nella Licia, regione che si estende sulla costa sud-occidentale dell’Asia minore. Il nome della regione è di origine greca. Gli abitanti chiamavano se stessi Trmmili e chiamavano la loro regione Trmmisa.
Il licio è una lingua indoeuropea. Si è ormai certi che licio e il luvio, lingua del II millennio a.C., erano imparentate e rappresentavano un sottogruppo della famiglia linguistica indoeuropea dell’Anatolia. I due dialetti si sarebbero formati da un originario proto-luvio che si sviluppa lungo una direttrice linguistica diversa da quella rappresentata dagli altri dialetti dell’Anatolico: ittita, palaico e lidio. La comunanza tra licio e luvio sembra dipendere dalla condivisione di alcune isoglosse della parte sud-occidentale dell’Anatolia.
Il licio è suddiviso in due dialetti detti licio A e licio B (miliaco). Di questo restano solo due attestazioni, entrambe in versi e apparentemente con caratteristiche di arcaicità rispetto al licio A. Il rapporto con quest’ultimo è discusso ma sembra che al momento i due dialetti non possano essere distinti per la mera differenziazione cronologica.
Per quel che riguarda il licio A sono conservate circa 200 iscrizioni in scrittura destroversa. La maggiorparte di queste han carattere funerario ma ci sono anche alcune iscrizioni pubbliche. Il licio è conservato, inoltre, su numerose legende di monete, alcune delle quali sinistroverse. Una breve iscrizione è stata ritrovata in Egitto.
Ci sono alcune bilingui in licio e in greco che dimostrano il forte legame tra queste due culture. Le bilingui comprendono una decina di epitafi, dediche, testi di carattere cultuale e una disposizione fiscale. Fondamentale per la comprensione del licio è l’iscrizione trilingue di Lētōon scritta in licio, greco e aramaico. Si tratta di una stele ritrovata nel 1973 nel corso degli scavi archeologici di un’area sacra presso Xantos. L'iscrizione contiene un decreto del satrapo Pixodaros emanato nel IV sec. a.C. (probabilmente 337 a.C.) riguardante il culto di due divinità, il "re di Kaunos" e Arkesimas . Un altro ritrovamento importante è l'obelisco di Xantos che presenta un'iscrizione in licio (sia licio A che B) e greco (TAM I 44). L'iscrizione contiene una lunga descrizione di imprese militari accompagnata da un epigramma in greco. Il monumento non è dunque una vera e propria bilingue ma la raccolta di composizioni in lingue diverse, relative a uno stesso tema ma tra loro formalmente diverse.
Vi sono inoltre alcuni epitaffi e monumenti dedicatori che conservano sia la versione in licio che quella in greco.
Sebbene queste iscrizioni e soprattutto la trilingue di Lētōon, così come le caratteristiche che questa lingua condivide con il luvio del II millennio a.C. abbiano prodotto risultati importanti nella sua comprensione, tuttavia ancora oggi non si può parlare di una lingua completamente decifrata.



Le scritture

  1. Licio


Approfondimenti

  1. Bibliografia