Mnamon

Antiche scritture del Mediterraneo

Guida critica alle risorse elettroniche

Moabitico

- IX-VI sec.a.C.


Esempi di scrittura



Iscrizione moabita da El-Kerak (prima o seconda metà  del IX sec.a.C.)

Iscrizione moabita da El-Kerak (prima o seconda metà  del IX sec.a.C.)

l. 1: K]MŠYT MLK M′B HD[YBNY

l. 2: BBY]T KMŠ LMB‘R KY ′H[BTY

l. 3: ]NH WHN ‘STY ′T [

 

"K]mšyt, re di Moab, il D[ibonita

nel tempio di] Kemoš in sacrificio, perché [ho amato

] ed ecco ho fatto ["

 

Ritrovata in Giordania nel 1958, l'iscrizione è stata fatta incidere su basalto grigio-nero da Meša o da suo padre Kemošyat a cavallo della metà del IX sec. La superficie accuratamente levigata e la presenza di linee ondulate nel segmento inferiore hanno fatto supporre che l'iscrizione sia stata incisa su un pannello appositamente preparato, che tagliava la veste di una qualche figura o immagine in posizione eretta. La pratica non sarebbe del resto senza paralleli (cfr., ad esempio, la stele funeraria aramaica di Nerab del VII sec.a.C.). La scrittura, di esecuzione estremamente pulita e raffinata, e molto simile a quella della stele di Mesha, presenta la peculiarità di una H con quattro stanghette laterali, forma attestata eccezionalmente anche in due sigilli da Sokoh e Gibeon. Da quello che se ne può leggere, pare trattarsi di un testo celebrativo ufficiale (una dedica?) che, in stile autobiografico, ricorda ed elenca azioni del sovrano. Sulla scorta delle analogie con la linea 1 della stele di Mesha, si usa solitamente integrare la prima linea con ’NK MŠ‘ BN ("Io sono Meša, figlio di Kemošyat...").



Stele di Meša, re di Moab (seconda metà  IX sec.a.C.)

Stele di Meša, re di Moab (seconda metà  IX sec.a.C.)

Ritrovata in loco a Dibon nell’agosto del 1868 da un missionario tedesco, pubblicata due anni più tardi e conservata attualmente al Louvre, la stele di Meša offre un resoconto in prima persona delle imprese militari e delle attività edilizie del sovrano di Moab che riuscì a liberarsi dal giogo israelita nella seconda metà del IX sec. a.C. La parte finale dell’iscrizione presenta delle lacune, prima di interrompersi bruscamente. Si ignora in effetti la lunghezza del testo che seguiva. La stele di Meša è ad oggi l’unico documento extra-biblico, sicuramente autentico, ad offrire informazioni dirette su un episodio particolare riportato dalle scritture ebraiche, chiaramente secondo la versione degli “altri”: si tratta della conquista di Moab da parte di Omri, re d’Israele, e dell’imposizione del dominio israelita sui suoi territori, fino alla rivolta guidata appunto da Meša (cf. 2 Re 3, 4-27). ). Le due versioni divergono su alcuni punti importanti; inoltre, fa rumore il probabile silenzio dell’iscrizione sul regno di Giuda, costituitosi sull’altra sponda del Giordano, proprio di fronte a quello di Moab; infine, da un punto di vista meramente linguistico, si devono rilevare la desinenza dello stato assoluto plurale maschile in -în il pronome suffisso della terza persona maschile singolare e plurale in -h, anziché in -w, , l’uscita in -t dello stato assoluto singolare femminile e una forma verbale riflessiva con in fissazione in -t (ll. 11.15.19.32), già attestata in ugaritico e accadico, e più tardi in arabo; per le prime due particolarità, si è pensato ad una origine nord-arabica, e si potrebbe rinviare come parallelo alla loro occorrenza anche in ebraico (sebbene, per la terminazione dello stato assoluto plurale maschile, si debba aspettare una fase tarda della lingua e sia da contare la probabile influenza dell’aramaico; le altre sembrano rappresentare veri e propri arcaismi di area laterale. Restano ancora dibattuti alcuni punti, soprattutto, l’interpretazione della sequenza ′R′L DWDH (l. 12) e la lettura BT[.]WD (l. 31), che A. Lemaire integra con una prima D e traduce di conseguenza «casa di Davide». L’ipotesi ha sollevato un’accesa discussione e ricevuto numerose critiche; altre proposte di lettura e interpretazione sono state avanzate. Dalla sua, G. Garbini traduce DWD con «governatore», rinviando ad un uso linguistico documentato dalle fonti mesopotamiche dei primi secoli del II millennio a.C.



Stele di Meša: trascrizione e traduzione

Stele di Meša: trascrizione e traduzione

l. 1: ′NK MŠ‘ BN KMŠ[YT] MLK M′B HD
l. 2: YBNY ′BY MLK ‘L M′B ŠLŠN ŠT W′NK MLK
l. 3: TY ′ḤR ′BY W′‘S HBMT Z‘T LKMŠ BḲRḤH BN[
l. 4: Š‘ KY HŠ‘NY MKL HŠLKN WKY HR′NY BKL ŠN′Y ‘MR
l. 5: Y MLK YSR′L WY‘NW ′T M′B YMN RBN KY Y′NP KMŠ B′R
l. 6: ṢH WYḤLPH BNH WY′MR GM H′ ′‘NW ′T M′B BYMY ′MR K[
l. 7: W′R′ BH WBTH WYSR′L ′BD ′BD ‘LM WYRŠ ‘MRY ′T ′[R]
l. 8: Ṣ MHDBH WYŠB BH YMH WḤṢY YMY BNH ′RB‘YN ŠT
l. 9: BH KMŠ BYMY W′BN ′T B‘LM‘N W′‘S BH H′ŠWḤ W′B[N]
l. 10: ′T ḲRYTN W′Š GD YŠB B′RṢ ‘ṬRT M‘LM WYBN LH MLK Y
l. 11: ŚR′L ′T ‘ṬRT W′LTḤM BḲR W′ḤZH W′HRG ′T KL H‘M [M]
l. 12: HḲR RYT LKMŠ WLM′B W′ŠB MŠM ′T ′R′L DWDH W′[S]
l. 13: ḤBH LPNY KMŠ BḲRYT W′ŠB BH ′T ′Š ŠRN W′T ′[Š]
l. 14: MḤRT WY′MR LY KMŠ LK ′ḤZ ′T NBH ‘L YŚR′L W′
l. 15: HLK BLLH W′LTḤM BH MBḲ‘ HŠḤRT ‘D ṢHRM W′Ḥ
l. 16: ZH W′HRG KL[H] ŠB‘T ′LPN G[B]RN W[GR]N WGBRT W[GR]
l. 17: T WRḤMT KY L‘ŠTR KMŠ HḤRMTH W′ḲḤ MŠM ′[T K]
l. 18: LY YHWH W′SḤB HM LPNY KMŠ WMLK YŚR′L BNH ′T
l. 19: YHṢ WYŠB BH BHLTḤMH BY WYGRŠH KMŠ MPNY [W]
l. 20: ′ḲḤ MM′B M′TN ′Š KL RŠH W′Š′H BYHṢ ′ḤZH
l. 21: LSPT ‘L DYBN ′NK BNTY ḲRḤH ḤMT HY‘RN WḤMT
l. 22: H‘PL W′NK BNTY Š‘RYH W′NK BNTY MGDLTH W′
l. 23: NK BNTY BT MLK W′NK ‘ŚTY KL′Y H′ŠW[Ḥ BM‘]YN BḲR[B]
l. 24: HḲR WBR ′N BḲRB HḲR BḲRḤH W′MR LKL H‘M ‘ŚW L
l. 25: KM ′Š BR BBYTH W′NK KRTY HMKRTT LḲRḤH B′SR
l. 26: Y YŚR′L ′NK BNTY ‘R‘R W′NK ‘ŚTY HMSLT B′RNN W
l. 27: ′NK BNTY BT BMT HY HRS H′ ′NK BNTY BṢR KY ‘YN
l. 28: [H′] B[′]Š DYBN ḤMŠN KY KL DYBN MŠM‘T W′NK MLK
l. 29: T[Y ‘L H]M′T BḲRN ′ŠR YSPTY ‘L H′RṢ W′NK BNT
l. 30: Y [.. MHD]B′ WBT DBLTN WBT B‘LM‘N W′Ś′ ′T N[.]
l. 31: [........] Ṣ′N H′RṢ WḤWRNN YŠB BH B[...]WḲ[..]′Š[.]
l. 32: [........ WY]′MR LY KMŠ RD HLTḤM BḤWRNN W′RD W[′L]
l. 33: [TḤM BḲR W′ḤZH WYŠB] BH KMŠ BYMY W‘L[.]DH MŠM ′Ś[...]
l. 34: [mancano 29-31 lettere]T ŚDḲ W′N[K .]
l. 35: vacat
 
"Io sono Meša, figlio di Kemoš[yat], re di Moab,
 di Dibon. Mio padre ha regnato su Moab per trent'anni e io ho regnato
 dopo mio padre. Io ho innalzato quest'altare a Kemoš in Qeriho (così Garbini; altri intende: nella cittadella), altare
 di vittoria, perché mi ha salvato da tutti gli assalitori e perché mi ha fatto guardare dall'alto in basso i nemici che mi odiavano. Omri,
re d'Israele, aveva umiliato Moab per molti giorni, perché Kemoš era in collera con la sua terra.
Gli succedette suo figlio, e anche lui disse: «Umilierò Moab!», questo disse ai miei giorni.
Ma io volsi il mio sguardo contro di lui e la sua casa e Israele scomparve per sempre. Omri aveva conquistato la terra di
Madaba e la occupò nei suoi giorni e per metà dei giorni di suo figlio, quarant’anni, ma
nei miei giorni Kemoš vi si stabilì: ricostruii Baal-meon e vi scavai una cisterna per l’acqua; così ricostruii
Qiryaten. Da tempi immemori gli uomini di Gad avevano occupato la terra di Atarot e il re di
Israele si era costruito Atarot. Io combattei contro la città e la presi, io massacrai tutti i suoi abitanti
per soddisfare Kemoš e Moab. Presi Ariel, il governatore (così Garbini; altri intende: il leone/altare di Davide) e lo trascinai
di fronte a Kemoš a Qeryot e insediai lì uomini di Šaron and
Maharot. Poi, Kemoš mi disse: «Va’ e strappa Nebo a Israele!». Così feci:
giunsi di notte e combattei contro la città dall’alba a mezzogiorno,
la presi e massacrai tutti, settemila, fra uomini e donne, stranieri e straniere,
e schiave (o con Garbini: prostitute), perché l’avevo consacrata ad Aštar Kemoš. Presi
gli arredi di YHWH e li portai di fronte a Kemoš. Il re d’Israele aveva costruito
Yahas e lì risiedeva mentre combatteva contro di me, ma Kemoš lo scacciò di fronte a me:
presi duecento uomini di Moab, il contingente intero, e li guidai contro Yahas, conquistai la città
e la annettei a Dibon. Costruii Qeriho, le mura dei boschetti e le mura
dell’Ofel, ne edificai le porte, ne eressi le torri,
costruii il palazzo reale e le condutture per la cisterna al centro della
città. Non c’era cisterna alcuna al centro della città, per cui dissi al popolo: «Fatevi
ognuno una cisterna a casa!». Feci tagliare i tronchi per Qeriho ai prigionieri
d’Israele, costruii Aroer, costruii una strada lungo l’Arnon,
ricostruii Bet Bamot (o con Garbini: il tempio della bamat), perché era distrutta, e Basar (o con Garbini: la fortezza), perché giaceva in rovina,
con cinquanta uomini di Dibon, perché tutta Dibon mi obbedisce. Così regnai
su centinaia di città che avevo annesso ai miei territori. Costruii […]
Madaba, Bet Diblaten e Bet Baal-meon, e vi condussi […]
[…] le greggi del paese. A Horonen hanno abitato […]
[…], e Kemoš mi disse: “Scendi e combatti contro Horonen!”. Io sono sceso [e
ho combattuto contro la città, e l’ho conquistata], e durante i miei giorni vi ha abitato Kemoš. Quanto a […], da lì […]
[…] e io […]"



Stele di Meša: il tetragramma YHWH (l. 18)

Stele di Meša: il tetragramma YHWH (l. 18)

YHWH

"YHWH"

A prescindere dalla dibattuta menzione di "Š3sw Yhw" in alcuni testi egiziani, in riferimento a popolazioni nomadi del deserto orbitanti intorno all'area di Edom, di Seir e della Transgiordania meridionale, è questa di fatto la prima attestazione sicura del futuro Tetragramma come nome della divinità nazionale del regno d'Israele.



Stele di Meša: il nome di Omri re d'Israele (ll. 4-5)

Stele di Meša: il nome di Omri re d'Israele (ll. 4-5)

‘MRY MLK YSR’L

"Omri re d'Israele"

Dopo quella sulla stele di Merneptah (ca. 1208 a.C.), è questa la più antica ricorrenza del nome "Israele".



Sigillo di Kmš′r (VIII sec.a.C.)

Sigillo di Kmš′r (VIII sec.a.C.)

A sinistra (dal basso in alto): LKM

A destra (dal basso in alto): Š′R

 

"(Appartenente) a Kmš′r"

 

Il sigillo scaraboide, incastonato nel bronzo, rappresenta una figura umana alata con gonnellino e sembra risentire di influenze egiziane, quali possono essere rilevate anche nella produzione giudaica coeva o di poco posteriore.



Sigillo di Kmšntn (VII sec.a.C.)

Sigillo di Kmšntn (VII sec.a.C.)

l. 1: KMŠ

l. 2: NTN

"Kmšntn"

Il sigillo, in lapislazzuli e di forma circolare, è iscritto evidentemente con il nome del proprietario, tale Kemoš-natan ("Il dio Kemoš ha dato"), appunto. Ritrovato ad Ur, lascia presumere che il nostro vi risiedesse, se come mercante, come deportato o come discendente di deportati, non è al momento possibile specificarlo.



Altare cilindrico da Ataroth (IX-VIII sec.)

Altare cilindrico da Ataroth (IX-VIII sec.)

Altare cilindrico di pietra per incenso ritrovato in contesto cultuale a Khirbat Ataruz in Giordania nel 2010. Riporta sette linee di testo in moabitico divise su due iscrizioni, databili paleograficamente fra la fine del IX e gli inizi dell'VIII sec. a.C.: la prima sembra essere un inventario di piccole quantità di metallo, forse destinate a finalità cultuali, mentre la seconda, che resta enigmatica, dovrebbe avere carattere dedicatorio e/o commemorativo; entrambe fanno uso di numerali ieratici

Link al progetto di scavo con ulteriori immagini dal sito e i diari delle campagne 2015-2019.