Mnamon

Antiche scritture del Mediterraneo

Guida critica alle risorse elettroniche

Osco

- (prima metà  del IV a. C. - prima metà del I a. C.)


Esempi di scrittura


  1. ANELLO D'ORO DA CAPUA (IV-III A. C.) - Alfabeto a base etrusca
  2. IOVILA OPISTOGRAFA IN TERRACOTTA DA CAPUA (IV - III SEC. A. C.) - Alfabeto a base etrusca
  3. IOVILA IN TUFO DA CAPUA (III SEC. A. C.) - Alfabeto a base etrusca
  4. TAVOLA DI AGNONE (METÀ DEL III SEC. A. C.) - Alfabeto a base etrusca
  5. ISCRIZIONE TOMBALE DIPINTA DA CAPUA (TERZO QUARTO DEL III SEC. A. C.) - Alfabeto a base etrusca
  6. DEDICA SU ALTARE DA TEANO (SECONDA METÀ DEL III - INIZI DEL II SEC. A. C.) - Alfabeto a base etrusca
  7. LASTRA DI CALCARE DA ROSSANO DI VAGLIO - Alfabeto a base greca
  8. ELMO BRONZEO DA METAPONTO (IV a. C.) - Alfabeto a base greca
  9. DEDICA A DIOVIA DIOMANA (III-II A. C.) - Alfabeto a base greca
  10. TABULA BANTINA (PARTE OSCA - FRAMMENTO ADAMESTEANU - INIZI DEL I A. C.) - Alfabeto a base latina
  11. OINOCHOE IN BUCCHERO DA NUCERIA (SECONDA METÀ VI SEC. A. C.) - Esempio della fase di formazione originaria dei sistemi di scrittura dell'osco (Alfabeto "protocampano" o "paleoitalico" o "nucerino"
  12. COPPETTA IN BUCCHERO DA SORRENTO (FINE VI - INIZIO V SEC. A. C.) - Esempio della fase di formazione originaria dei sistemi di scrittura dell'osco (Alfabeto "protocampano"o "paleoitalico" o "nucerino")
  13. OINOCHOE IN BUCCHERO DA VICO EQUENSE (SECONDA METÀ VI SEC. A. C.) - Esempio della fase di formazione originaria dei sistemi di scrittura dell'osco (Alfabeto "protocampano" o "paleoitalico" o "nucerino").
  14. KYLIX ATTICA A VERNICE NERA DA STABIAE (PRIMA METÀ DEL V SEC. A. C.) - Esempio della fase di transizione verso l'alfabeto osco
  15. "ANFORA DI CHIO" DA VICO EQUENSE (V OPPURE IV SEC. A. C.) -Esempio della fase di transizione verso l'alfabeto osco

ANELLO D'ORO DA CAPUA (IV-III A. C.) - Alfabeto a base etrusca

ANELLO D'ORO DA CAPUA (IV-III A. C.) -  Alfabeto a base etrusca

Trascrizione:
VIBIS
URUFIIS

ESEMPIO DI ISCRIZIONE SU ORO - ALFABETO A BASE ETRUSCA. Anello d’oro dal peso di g. 7,56 rinvenuto il 5/3/1873 nel Fondo Tirone presso l’attuale comune di S. Prisco, nel territorio dell’antica Capua ed attualmente conservato a Parigi nel Cabinet des Médailles. L’iscrizione corre su due linee ambedue sinistrorse. Le lettere, alte cm. 0,15-0,2, sono realizzate a puntinato in modo sicuro e chiaro forse perché abbozzate in precedenza con un tratto leggero. L’incisione è troppo poco profonda per pensare che l’anello fosse stato usato come sigillo (ipotesi avanzata da Conway, ma respinta da Lejeune).



IOVILA OPISTOGRAFA IN TERRACOTTA DA CAPUA (IV - III SEC. A. C.) - Alfabeto a base etrusca

IOVILA OPISTOGRAFA IN TERRACOTTA DA CAPUA (IV - III SEC. A. C.) - Alfabeto a base etrusca
Fonte: Foto Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Trascrizione Faccia A
KLUVA[.....]
DIUVIA[…]
DAMUSE[......]

Trascrizione Faccia B
KLUVA[.....]
DAMUSE[..]
DIUVIA [......]


ESEMPIO DI SCRITTURA SU TERRACOTTA - ALFABETO A BASE ETRUSCA. Il documento qui presentato è una iovila opistografa in terracotta rinvenuta a S. Maria C. V. (l’antica Capua - CE) nel 1853, probabilmente, presso il Fondo Patturelli ed attualmente conservata presso il Museo Archeologico di Napoli. Da notare l’inversione del secondo e terzo rigo che differenzia la faccia A da quella B. In essa si parla della famiglia dei Clovatii che, probabilmente, offre dei banchetti pubblici durante le giovie che, plausibilmente, sono da intendersi come delle feste in onore di Giove.



IOVILA IN TUFO DA CAPUA (III SEC. A. C.) - Alfabeto a base etrusca

IOVILA IN TUFO DA CAPUA (III SEC. A. C.) - Alfabeto a base etrusca
Fonte: http://www.google.it/images?hl=it&client=firefox-a&hs=ani&rls=org.mozilla:it:official&channel=s&q=iovile+foto&um=1&ie=UTF-8&source=univ&ei=2-8ATYCnAdO08QOvo5WcCA&sa=X&oi=image_result_group&ct=title&resnum=3&ved=0CEMQsAQwAg&biw=1339&bih=562

Trascrizione:
S[E]PÍEÍS .
HELEVIIE
ÍS . SÚM MI . ANNI
IEÍ. MEDIK
KIAÍ . TÚV .
IÚVILAM 7PRÚFTS .
PÚMPERIA
FALENIAS

ESEMPIO DI SCRITTURA SU TUFO - ALFABETO A BASE ETRUSCA. Il documento qui presentato è una iovila in tufo che fa parte di una coppia di stele rinvenute a S. Maria C. V. (l’antica Capua - CE) nel 1887, probabilmente, presso il Fondo Patturelli. Attualmente questo reperto è conservato presso il Museo Archeologico dell’antica Capua. Il contenuto di questi due tufi riguarda l’approvazione delle iovile (nello specifico si vede quella di Sepio Elevio) alla presenza dei magistrati cittadini (nel testo in oggetto tale magistrato è rappresentato da Minio Annio) avvenuta durante le Pomperie falenie che, con molta probabilità, sono delle feste che si svolgevano nel mese Faleno. A livello epigrafico si nota che la formula onomastica sepíeís heleviieís è caratterizzata dall’aggiunta del verbo essere (súm) e ciò è un'eccezione nel formulario delle iovile. La forma verbale abbreviata prúfts = prúfattens, riferibile ai magistrati, sembrerebbe cogliere la fase “burocratica” di quel rendere sacro che, probabilmente, è di pertinenza del sacerdote.



TAVOLA DI AGNONE (METÀ DEL III SEC. A. C.) - Alfabeto a base etrusca

TAVOLA DI AGNONE (METÀ DEL III SEC. A. C.) - Alfabeto a base etrusca
Fonte: Foto British Museum di Londra

Trascrizione Fronte:

STATÚS PÚS SET HÚRTÍN
KERÍIÍN VEZKEÍ STATÍF
EVKLÚI STATÍF KERRÍ STATÍF
FUTREÍ KERRÍIAÍ STATÍF
ANTER STATAÍ STATÍF
ÍAMMAÍ KERRÍIAI STATÍF
DIUMPAÍS KERRÍIAÍS STATÍF
LÍGANAKDÍKEÍ ENTRAÍ STATÍF
ANAFRÍSS KERRÍIÚÍS STATÍF
MAATÚÍS KERRÍIÚÍS STATÍF
DIÚVEÍ VEREHASIÚÍ STATÍF
DIÚVEÍ REGATUREÍ STATÍF
HEREKLÚÍ KERRÍIÚÍ STATÍF
PATANAÍ PIÍSTÍAÍ STATÍF
DEÍVAÍ GENETAÍ STATÍF
AASAÍ PURASIAÍ
SAAHTÚM TEFÚRÚM ALTTREÍ
PÚTEREÍPÍD AKENEÍ
SAKAHÍTER
FIUUSASIAÍS AZ HÚRTÚM
SAKARATER
PERNAÍ KERRÍIAÍ STATÍF
AMMAÍ KERRÍIAÍ STATÍF
FLUUSAÍ KERRÍIAÍ STATÍF
EVKLÚÍ PATEREÍ STATÍF

Trascrizione retro:

AASAS EKAKS EESTÍNT
HÚRTÚÍ
VEZKEÍ
EVKLÚÍ
FUUTREÍ
ANTER STATAÍ
KERRÍ
AMMAÍ
DIUMPAÍS
LÍGANAKDÍKEÍ ENTRAÍ
KERRÍIAÍ
ANAFRÍSS
MAATÚÍS
DIÚVEÍ VEREHASIÚ
DIÚVEÍ PIÍHIÚÍ REGATUREÍ
HEREKLÚÍ KERRIIÚÍ
PATANAÍ PIÍSTÍAÍ
DEÍVAÍ GENETAÍ
AASAÍ PURASIAÍ
SAAHTÚM TEFÚRÚM
ALTTREÍ PÚTEREÍPÍD
AKENEÍ
HÚRZ DEKMANNIÚÍS STAÍT

ESEMPIO DI SCRITTURA SU BRONZO - ALFABETO A BASE ETRUSCA. Tavola di bronzo (cm. 28 x 16,5) opistografa rinvenuta nel 1848, in giacitura secondaria, in una località nota come Fonte del Romito nei pressi di Agnone (Is) ed attualmente presso il British Museum di Londra. Il testo redatto sulla facciata A corrisponde in modo complementare a quanto detto sul lato B al punto da costituire un dato utilissimo ed imprescindibile per l’interpretazione. Inoltre, il lato A risulta avere un campo epigrafico maggiore e più pieno rispetto a B ed è possibile riscontrare una lineetta di separazione dopo la riga 19 sul lato A e dopo le righe 2 e 11 sul lato B. Oltre a ciò, a livello epigrafico, si segnala la presenza dei cosiddetti segni diacriticati í e ú la cui introduzione è solitamente attribuita ad una fase successiva rispetto alla formazione dell’alfabeto base. Per quel che concerne il contenuto del testo, va detto che le interpretazioni sono state varie, ma, generalmente, si concorda nel ritenere che la tavoletta, pur non essendo un testo rituale, indichi che, nell’orto (hurz), sono stabiliti una serie di culti e riti da fare per alcune divinità indicate al dativo (Euclo, Amma, Ercole, Cerere, Diva genita) che vengono esplicitate allorquando si parla delle are presso cui si fa il sacrificio e/o l’offerta. Non si dice, però, salvo alcune eccezioni, con esattezza il quando ciò avvenga né il come. Un sacrificio particolare sembra essere quello che si fa nell’aasa purasia.



ISCRIZIONE TOMBALE DIPINTA DA CAPUA (TERZO QUARTO DEL III SEC. A. C.) - Alfabeto a base etrusca

ISCRIZIONE TOMBALE DIPINTA DA CAPUA (TERZO QUARTO DEL III SEC. A. C.) - Alfabeto a base etrusca
Fonte: Foto Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Trascrizione
ÚPFALS. PATIR. MIÍNIEIS

ESEMPIO DI ISCRIZIONE DIPINTA - ALFABETO A BASE ETRUSCA. L’iscrizione, rinvenuta nel 1867 in una località non precisata di S. Maria Capua Vetere all’interno della cella sinistra di una tomba a camera dipinta, è stata dipinta in rosso su una parete della cella sinistra della tomba (da cui ne fu staccata al momento del ritrovamento) in prossimità del letto funebre di fondo. È una tipica iscrizione di possesso in cui si nota il nome Úpfals seguito dall'appellativo di padre (patir) e dal patronimico in genitivo (Miínieis). A livello epigrafico si nota l’andamento sinistrorso e la presenza dei segni dia criticati í ed ú.



DEDICA SU ALTARE DA TEANO (SECONDA METÀ DEL III - INIZI DEL II SEC. A. C.) - Alfabeto a base etrusca

DEDICA SU ALTARE DA TEANO (SECONDA METÀ DEL III - INIZI DEL II SEC. A. C.) - Alfabeto a base etrusca
Fonte: Foto Museo Archeologico di Teano

Trascrizione:
[-?-]TRÍBUF: PLÍFRÍKS: APPELLUNEÍ: BRATEÍS: DATAS: DUNAT

ESEMPIO DI ISCRIZIONE SU CALCARE - ALFABETO A BASE ETRUSCA. Mensa d’altare in calcare (lunga complessivamente cm. 95,2 e alta cm. 9,2) con cornice modanata ed iscrizione. Il reperto, simile alla mensa d’altare da Ercolano con dedica osca a Venere Ericina (conservata a Napoli, Museo Archeologico), è spaccata in due pezzi combacianti ed è mancante della parte iniziale. È stata rinvenuta nell’ottobre del 1998 durante degli scavi in corso presso l’area della scena del teatro di Teanum Sidicinum (l’odierna Teano in prov. di Caserta) ed è proveniente dal crollo delle strutture del frontescena di età severiana dove, probabilmente, era stata reimpiegata. Attualmente, è conservata presso il Museo Archeologico Nazionale di Teano.
Siamo dinanzi ad un’iscrizione di dedica ad Apollo che, oltre a confermare la presenza di Apollo nel pantheon osco, mostra, con la menzione del tribunato della plebe (se tríbuf: plífríks è da interpretare come tribunus plebis), la precoce assimilazione a Teano delle istituzioni romani già dal III sec. a. C., probabilmente, anche per l’influenza delle vicine colonie romane di Cales e Suessa. A livello epigrafico, inoltre, si può notare che l’iscrizione corre subito sotto la cornice modanata con ductus sinistrorso e con caratteri ben curati ed alti cm. 2,1-2,2. Manca la parte iniziale del testo che, probabilmente, doveva contenere il nome del dedicante. Da notare la presenza di lettere diacriticate (í) ed il segno divisorio tra le parole costituito da due punti sovrapposti che, in genere, è anteriore al II sec. a. C.



LASTRA DI CALCARE DA ROSSANO DI VAGLIO - Alfabeto a base greca

LASTRA DI CALCARE DA ROSSANO DI VAGLIO - Alfabeto a base greca
Fonte: Foto Museo Archeologico Nazionale di Potenza

Trascrizione:
hηιρενς. πωμπονις
hηιρ. λωfκ. Ποικιδ. fα
κενσορ. τα. Τηι. πωμfοκ
σεγονω. αιζνιω. ρεγο
πσανω. ειν. σταβαλανο
σενατηις. ανγινοτ. αfαματετ
ειζιδομ. πρωfατεδ. κωσιτ
ΝΗΙΙΗΙΙΔ

ESEMPIO DI ISCRIZIONE SU CALCARE - ALFABETO A BASE GRECA. L’iscrizione, redatta su una lastra calcarea (h. cm. 75,  largh. cm. 65; spessore cm. 22) rinvenuta nel 1971 nei pressi del santuario dedicato alla dea Mefitis, si presenta ben conservata, ma il ductus è alquanto irregolare. A livello epigrafico si notano delle legature e l’uso del segno S per indicare la /f/. Per quel che concerne il contenuto siamo dinanzi ad un Heirenno Pomponio figlio di un Heirenno Lucio Puccidio che, durante la censura, definita probabilmente πωμfοκ (che alcuni interpretano come quinquennale), dopo aver sentito l’opinione del senato (σενατηις. ανγινοτ), prima ordinò che venissero fabbricate ed erette delle statue bronzee dedicate a dei sovrani e, successivamente le approvò. Infine si indica anche il costo sostenuto pari a 350 nummi (κωσιτ ΝΗΙΙΗΙΙΔ).



ELMO BRONZEO DA METAPONTO (IV a. C.) - Alfabeto a base greca

ELMO BRONZEO DA METAPONTO (IV a. C.)  - Alfabeto a base greca
Fonte: Foto Museo Poldi Pezzoli di Milano

Trascrizione:
Ïœερειαςκαμ[]σαναςμεταποντινας
συπμεδικιαιαο[]ε[]οα

ESEMPIO DI ISCRIZIONE SU BRONZO - ALFABETO A BASE GRECA. Elmo bronzeo di tipo greco scoperto in circostanze ignote nel XIX secolo a Metaponto. L’iscrizione si trova sui margini inferiori delle due paragnatidi e presenta alcune lacune. Il ductus è destrorso e non si notano segni d’interpunzione. Per quel che concerne il contenuto, oltre a riconoscere un riferimento alla vereia (Ïœερειας), alla meddicia non è possibile dire molto di più sebbene alcuni studiosi, riferendo l’aggettivo μεταποντινας alla parola [α]σανας e leggendo in essa il nome di Atena, vi vedano una dedica all’Atena di Metaponto.



DEDICA A DIOVIA DIOMANA (III-II A. C.) - Alfabeto a base greca

DEDICA A DIOVIA DIOMANA (III-II A. C.)  - Alfabeto a base greca
Fonte: Foto Museo Archeologico Nazionale di Potenza

Trascrizione:
λωfκισ. νανονισ. σπε[μ
κfαιστορ. σενατηισ
τανγινοδ. αfααμα[
διωfιιασ. διομανα[

ESEMPIO DI ISCRIZIONE SU PIETRA - ALFABETO A BASE GRECA. Lastra iscritta rinvenuta nei pressi del santuario lucano di Rossano di Vaglio. L’iscrizione si presenta in forma alquanto regolare e a livello epigrafico si segnala la presenza sia del segno [ che di S per indicare la /f/. a livello contenutistico ci troviamo dinanzi ad una dedica ufficiale fatta dal questore Lucio Nanonio per ordine del senato (σενατηις τανγινοδ) alla dea Diovia Diomana.



TABULA BANTINA (PARTE OSCA - FRAMMENTO ADAMESTEANU - INIZI DEL I A. C.) - Alfabeto a base latina

TABULA BANTINA (PARTE OSCA - FRAMMENTO ADAMESTEANU - INIZI DEL I A. C.)  - Alfabeto a base latina
Fonte: Foto Museo Archeologico Nazionale di Potenza

Trascrizione:
]LEIIST DOLOM[
]D MALUD SUDANA [
]ONC MEDDIS MOLTAUM H [
]MOLTAUM LICITUD PIS ↀ CC ARA [
]STRAM CARNOM ACENEIS USUROM
]N II EH EX AC LIGUD ALLAM
]HIPUST PANTES CENSAS FUST
]S ACENEI POIZEIPID SPENTUD Q
]S IN EISIUSS DEIV ANS DEAVAT
]ENEIS PERUM DOLUM MALOM

ESEMPIO DI ISCRIZIONE SU BRONZO - ALFABETO A BASE LATINA. Frammento appartenente ad una tavola bronzea (la cosiddetta Tabula bantina) opistografa che reca su un lato un’iscrizione latina e sull’altro un’iscrizione osca in alfabeto latino. Tale frammento, rinvenuto nel 1967 e riconosciuto come appartenente alla Tabula bantina da Adamesteanu, è risultato determinante per la datazione dei testi in latino ed in osco. Infatti, esso presenta un foro d’affissione di cui l’incisore osco ha tenuto conto nell’incidere la parola deivans. Da ciò ne deriva che il testo osco è più recente di quello latino per cui, se l’iscrizione latina viene comunemente datata intorno al 100 a. C., ne consegue che l’iscrizione osca possa essere probabilmente collocata intorno all’80-70 a. C. A livello epigrafico si può notare sia la presenza del segno per G che quello per Q. Il ductus è destrorso ed abbastanza regolare con l’unica anomalia già segnalata e legata alla presenza del foro. A livello contenutistico, invece, considerando che esistono problemi inerenti la qualificazione del testo già per la parte latina, va detto che l’iscrizione osca sembra riguardare l’assetto della città in una nuova situazione che è difficile da definire e degna di nota è la presenza di parole prese in prestito dal latino riguardanti le magistrature. In particolare, il frammento Adamesteanu restituisce alcune parole mai attestate e nuove flessioni di parole già note più altre di difficile spiegazione. Nel complesso, però, sembra che esso faccia riferimento ad una multa di 1200 libbre d’argento, al censo e al giuramento.



OINOCHOE IN BUCCHERO DA NUCERIA (SECONDA METÀ VI SEC. A. C.) - Esempio della fase di formazione originaria dei sistemi di scrittura dell'osco (Alfabeto "protocampano" o "paleoitalico" o "nucerino"

OINOCHOE IN BUCCHERO DA NUCERIA (SECONDA METÀ VI SEC. A. C.) - Esempio della fase di formazione originaria dei sistemi di scrittura dell'osco (Alfabeto "protocampano" o "paleoitalico" o "nucerino"
Fonte: Tesi di dottorato di Alessia Ventriglia

Trascrizione:
// BRUTIES // ESUM //

ESEMPIO DI ISCRIZIONE SU BUCCHERO. Oinochoe in bucchero a corpo globulare, piede ad anello, bocca trilobata ed h. cm. 22. Fu rinvenuto nel 1964 a Nocera Superiore in località Pareti all’interno della tomba 32 insieme ad altri oggetti di corredo tra cui una ciotola con iscrizione greca ed è attualmente conservato presso l’Antiquarium di Nocera Superiore. L’iscrizione, dichiaratamente di possesso, è graffita in scriptio continua sul corpo del vaso su uno spazio lungo cm. 12,5 e presenta delle peculiarità tipiche di questo alfabeto (detto anche “nucerino” dal luogo del primo rinvenimento) quali il cosiddetto “segno ad alberello” per rappresentare una sibilante e l’abitudine a ruotare spesso le lettere di 90° rispetto al normale ductus che è sinistrorso. Da notare, poi, la presenza di segni simili a due “i” parallele o più lunghi dell’iscrizione, quali separatori di parole.



COPPETTA IN BUCCHERO DA SORRENTO (FINE VI - INIZIO V SEC. A. C.) - Esempio della fase di formazione originaria dei sistemi di scrittura dell'osco (Alfabeto "protocampano"o "paleoitalico" o "nucerino")

COPPETTA IN BUCCHERO DA SORRENTO (FINE VI - INIZIO V SEC. A. C.) - Esempio della fase di formazione originaria dei sistemi di scrittura dell'osco (Alfabeto "protocampano"o "paleoitalico" o "nucerino")
Fonte: Tesi di dottorato di Alessia Ventriglia

Trascrizione:
RUFIEIS PAFIEIS oppure URUFIEIS PAFIEIS

ESEMPIO DI ISCRIZIONE SU BUCCHERO. Coppetta in bucchero del tipo Albore Livadie 15A le cui dimensioni sono: h. cm. 4,5, diam. max. cm. 13,1, diam. piede cm. 5,6. Fu probabilmente rinvenuta in una delle necropoli arcaiche di Sorrento ed è attualmente conservata presso la Collezione Fluss di Sorrento. Si notano due iscrizioni, ma quella redatta in “alfabeto nucerino” è la più lunga che presenta 19 segni di altezza varia redatti in scriptio continua e con un ductus sinistrorso per uno spazio di circa cm. 13,5. L’iscrizione, dichiaratamente di possesso, presenta, inoltre, delle problematicità nella lettura del primo segno per cui si è incerti se leggerlo come segno di interpunzione o di demarcazione o come una “u”. Da notare, poi, la tipica presenza del “segno ad alberello”, la rotazione delle lettere, la presenza di segni separatori di parole ed un segno simile al segno osco per “v” [w] che, però, qui appare corredato di due apici e va letto come segno per “f” [f].



OINOCHOE IN BUCCHERO DA VICO EQUENSE (SECONDA METÀ VI SEC. A. C.) - Esempio della fase di formazione originaria dei sistemi di scrittura dell'osco (Alfabeto "protocampano" o "paleoitalico" o "nucerino").

OINOCHOE IN BUCCHERO DA VICO EQUENSE (SECONDA METÀ VI SEC. A. C.) - Esempio della fase di formazione originaria dei sistemi di scrittura dell'osco (Alfabeto "protocampano" o "paleoitalico" o "nucerino").
Fonte: Tesi di dottorato di Alessia Ventriglia

Trascrizione:
IEVIES // ESUM : P[-]CES : ADARIES

ESEMPIO DI ISCRIZIONE SU BUCCHERO. Oinochoe in bucchero con bocca trilobata, corpo ovoide, ansa a cordone e piede a disco. Le misure di quest’oggetto sono: h. max. cm. 30,8; largh. max. cm. 19,1. L’oinochoe fu rinvenuta in una delle necropoli scoperte a Vico Equense in via Nicotera ed è attualmente conservata presso l’Antiquarium di Vico Equense. L’iscrizione, graffita probabilmente dopo la cottura, corre sotto l’ansa in corrispondenza della parte più ampia del vaso ed è stata redatta in modo sicuro ed elegante in scriptio continua e con andamento sinistrorso.
Da notare, poi, la tipica presenza del “segno ad alberello”, la rotazione di 90° verso destra delle lettere e la presenza di segni separatori di parole.



KYLIX ATTICA A VERNICE NERA DA STABIAE (PRIMA METÀ DEL V SEC. A. C.) - Esempio della fase di transizione verso l'alfabeto osco

KYLIX ATTICA A VERNICE NERA DA STABIAE (PRIMA METÀ DEL V SEC. A. C.) - Esempio della fase di transizione verso l'alfabeto osco
Fonte: Mia tesi di dottorato

Trascrizione:
AHTÍCA SUM

ESEMPIO DI ISCRIZIONE SU CERAMICA. Kylix attica a vernice nera di tipo 1. L’oggetto, conservato presso l’Antiquarium di Castellammare di Stabia, presenta un’iscrizione redatta con andamento sinistrorso in un alfabeto che sembrerebbe etrusco, ma in cui si nota l’anomala presenza di una i con un’appendice laterale che ricorda esattamente la i diacriticata dell’alfabeto osco a base etrusca.



"ANFORA DI CHIO" DA VICO EQUENSE (V OPPURE IV SEC. A. C.) -Esempio della fase di transizione verso l'alfabeto osco

"ANFORA DI CHIO" DA VICO EQUENSE (V OPPURE IV SEC. A. C.) -Esempio della fase di transizione verso l'alfabeto osco
Fonte: Tesi di dottorato di Alessia Ventriglia

Trascrizione:
PAPE SAFVÍ

ESEMPIO DI ISCRIZIONE SU TERRACOTTA. Anfora di Chio, le cui dimensioni sono: h.  cm. 5,6; diametro orlo cm. 15,5. L’oggetto, rinvenuto nel 1877 a Vico Equense vicino Sorrento ed attualmente conservato presso il Museo Archeologico di Napoli, presenta un’iscrizione, graffita sull’ansa dopo la cottura, con andamento sinistrorso ed in cui le lettere sono alte cm. 2,5-3,5. L’alfabeto sembra essere etrusco, ma è da segnalare l’anomala presenza di una i con un’appendice laterale che ricorda esattamente la i diacriticata dell’alfabeto osco a base etrusca. Inoltre, sebbene l’alfabeto sembri essere etrusco, il nome graffito nell’iscrizione sembra, invece, avere un’origine tipicamente italica. Infine, sul collo della medesima anfora si vede pure una stella anch’essa graffita dopo la cottura.