Grazie a più di 65.000 iscrizioni e graffiti scoperti nei diversi paesi della penisola, l’Arabia preislamica è una delle regioni più favolose del mondo antico per ciò che riguarda l’alfabetizzazione. In Arabia nord-occidentale sono attestate una serie scritture alfabetiche consonantiche, raggruppate sotto l’etichetta di nordarabico antico, appartenenti alla tradizione araba o del semitico meridionale e attestate in un’ampia area che va dalla Siria meridionale allo Yemen settentrionale, includendo la Giordania e l’Arabia saudita. Documenti in nordarabico antico sono stati trovati anche in Israele/Palestina, Egitto e Iraq. La durata cronologica dei singoli alfabeti non è ancora saldamente stabilita, ma i più antichi documenti risalgono almeno al VI secolo a. C. e i più recenti arrivano intorno al IV secolo d. C. Questi alfabeti sono stati utilizzati sia dagli abitanti delle grandi oasi dell’Arabia del nord, come Dadan, Taymāʾ e Dūmā, che dai nomadi e seminomadi che abitavano i dintorni delle oasi, le montagne dello Ḥijāz e i grandi deserti dell’Arabia: Ḥarra, Ḥismā, Nafūd, Najd e al-Rubʿ al-Khālī. Se le culture sedentarie hanno prodotto sia inscrizioni in scrittura formale che graffiti in scrittura informale, i nomadi e semi-nomadi hanno lasciato esclusivamente graffiti, incisi a migliaia sulle rocce che percorrono i grandi deserti arabi e i dintorni delle oasi.