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Antiche scritture del Mediterraneo

Guida critica alle risorse elettroniche

Accadico

a cura di: Salvatore Gaspa


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Accadico

Con la designazione di “accadico” viene indicato il ramo linguistico orientale del semitico, oggi estinto. L’area linguistica dell’accadico è la Mesopotamia, vale a dire la terra tra i fiumi Eufrate e Tigri, corrispondente all’incirca al territorio del moderno Iraq. L’accadico è una lingua di tipo flessivo. Il nome della lingua, akkadûm, deriva da quello della città di Akkad o Agade, che fu la capitale dell’impero della dinastia semitica di Sargon di Akkad. Il sistema di scrittura dell’accadico (cuneiforme accadico) deriva da quello creato dagli antichi scribi sumerici per registrare la propria lingua, il sumerico appunto. Secondo la suddivisione storica convenzionale, l’accadico si differenzia in tre grandi dialetti: l’antico- o paleo-accadico, il babilonese e l’assiro. Nel secondo e primo millennio a.C. la lingua accadica appare distinta in due grandi aree dialettali delimitabili geograficamente: il babilonese nella Mesopotamia meridionale (Babilonia) e l’assiro in quella settentrionale (Assiria). Questa caratterizzazione dialettale della lingua accadica spiega l’uso della designazione moderna di “assiro-babilonese” per indicare la lingua del secondo e primo millennio a.C. Il babilonese e l’assiro si distinguono per una serie di differenze a livello fonologico, morfologico e lessicale. In queste due varietà dell’accadico sono redatti numerosissimi testi epistolari, legali, amministrativi, letterari, lessicali, scientifici, rituali, oracolari e iscrizioni reali. In concomitanza con una sempre maggiore diffusione dell’aramaico e del più versatile sistema di scrittura alfabetica, l’accadico cessa di essere una lingua parlata probabilmente attorno alla metà del I millennio a.C., pur sopravvivendo in alcune enclave in centri della Mesopotamia meridionale almeno fino al 100 a.C. Tuttavia, l’utilizzo dell’accadico come lingua scritta è documentato fino al primo secolo dell’era cristiana.

Antico-accadico (2350-2000 a.C. ca.)

L’antico-accadico è un dialetto dell’area della Babilonia settentrionale e deve il suo prestigio al fatto di essere stato usato nei centri di potere delle dinastie di Kish e dell’impero di Akkad. L’accadico del terzo millennio può essere suddiviso in tre fasi storiche: accadico protodinastico, accadico sargonide, accadico di Ur III. Le più antiche testimonianze in lingua accadica, costituite da nomi propri di persona, si hanno nei testi di Fara (2600 a.C. ca.) e in quelli di poco posteriori di Abu Salabikh. È attorno al 2350 a.C. ca. che appaiono i primi esempi di testi di carattere amministrativo e letterario in antico-accadico, mentre il periodo di maggiore prestigio del dialetto coincide con l’egemonia politico-culturale della dinastia di Akkad in Mesopotamia (2335 - 2154 a.C.). La documentazione in antico-accadico include perciò i testi che risalgono ai regni dei dinasti di Akkad e i pochi testi accadici del periodo della terza dinastia di Ur (2112 - 2004 a.C.).

Babilonese (1900 a.C. - 100 d.C. ca.)

Il babilonese, dialetto accadico della Mesopotamia meridionale, viene suddiviso in quattro fasi storiche: antico- o paleo-babilonese (1900 - 1500 a.C. ca.), medio-babilonese (1500 - 1000 a.C. ca.), neo-babilonese (1000 - 600 a.C. ca.), tardo-babilonese (600 a.C. - 100 d.C. ca.). Definita dai suoi parlanti come “accadico” (akkadûm), il babilonese conoscerà una notevole fortuna come lingua letteraria ed amministrativa anche al di fuori dei confini geografici della Babilonia propriamente detta. Diverse varietà storiche e locali di babilonese, sottoposte in vario modo all’influenza di altre lingue, sono note. Si pensi alle varietà regionali di Susa (Elam), della regione della Diyala (a nord-est di Baghdad) e di Mari (Siria), nonché alla varietà scritta di babilonese usata come lingua franca da scribi non accadofoni in realtà periferiche quali Amurru, Canaan, Ugarit, Emar, Hattuša, Nuzi, Alalakh. In Assiria il babilonese è utilizzato come lingua letteraria (inglese: “Standard Babylonian”, tedesco: “Jungbabylonisch”) in testi della tradizione colta e nelle iscrizioni reali. L’antico-babilonese, dialetto parlato nel periodo della prima dinastia di Babilonia (1894 - 1595 a.C.) e testimone del primo fiorire della letteratura accadica, venne considerato dagli scribi dell’età della dominazione cassita di Babilonia (XV - XII secolo a.C.) e dei secoli successivi come il modello di lingua letteraria e su questa varietà venne modellata la lingua dei testi letterari e delle iscrizioni monumentali del secondo e primo millennio a.C. Nel primo millennio a.C. la lingua della comunicazione pratica e quotidiana, il neo-babilonese, appare sottoposta alla forte influenza dell’aramaico. In testi di carattere letterario e monumentale gli scribi continuano invece ad usare la variante dello “Standard Babylonian”. La fase finale del babilonese, documentata dal 600 a.C. circa in poi e precisamente in età persiana, seleucide e arsacide, è testimoniata dal tardo-babilonese, che sopravvive come lingua scritta fino al primo secolo dell’era cristiana entro limitati ambienti di studio legati al tempio; al di fuori di questi centri di studio, l’ambiente linguistico della Mesopotamia appare oramai completamente arameofono. L’ultimo testo in cuneiforme accadico databile proviene da Babilonia e registra eventi astronomici dell’anno 75 d.C.

Assiro (1900 - 600 a.C. ca.)

L’assiro, dialetto accadico della Mesopotamia settentrionale, viene suddiviso in tre fasi storiche: antico- o paleo-assiro (1900 - 1700 a.C. ca.), medio-assiro (1500 - 1000 a.C. ca.), neo-assiro (1000 - 600 a.C. ca.). L’assiro, che nel corso di tutta la sua storia subisce l’influsso del più prestigioso dialetto babilonese, si caratterizza rispetto a quest’ultimo per alcuni tratti arcaizzanti che lo avvicinano all’antico-accadico. I primi testi in questo dialetto appartengono alla documentazione delle colonie commerciali assire in Anatolia. Il dialetto medio-assiro è documentato da lettere, testi legali e amministrativi, raccolte di leggi. La fase finale del dialetto coincide con l’età dell’ascesa e del declino dell’impero assiro del primo millennio a.C. (IX - VII sec. a.C.). Mentre il neo-assiro è usato come lingua della comunicazione pratica in testi di natura legale, amministrativa, epistolare, nonché in testi oracolari e, in minor misura, anche in alcune composizioni letterarie, la lingua della tradizione colta e delle iscrizioni reali è una forma letteraria ed arcaizzante di babilonese (“Standard Babylonian”), sia pure una variante caratterizzata da assirismi. L’influenza sempre più crescente dell’aramaico sull’assiro porterà in progresso di tempo ad una situazione di bilinguismo aramaico-assiro nella compagine imperiale dell’Assiria dei secoli VIII - VII a.C. Questo stato di cose è osservabile nell’adozione da parte degli scribi assiri della scrittura alfabetica aramaica e nell’affiancamento di questa alla normale pratica di registrazione legale e amministrativa in cuneiforme accadico.

Mesopotamia: area di diffusione della lingua accadica e della scrittura cuneiforme

Nella seconda metà del secondo millennio a.C., il babilonese diventa la lingua delle relazioni internazionali degli stati del Vicino Oriente. Le cancellerie di diverse realtà politiche dell’epoca, dall’Egitto fino all’Elam, adottano questa lingua, anche se il suo uso da parte degli scribi stranieri mostra significative variazioni grammaticali rispetto all’accadico parlato in Mesopotamia. L’uso dell’accadico come lingua franca è documentato in siti quali Ugarit (Ras Shamra) e Emar (Tell Meskeneh) in Siria, Hattuša (Boğazköy) e Alalakh (Tell Açana) in Turchia e el-Amarna in Egitto fino alla crisi della fine del XIII secolo a.C. Il cuneiforme era già presente in regioni situate al di fuori dell’area propriamente sumerica già dall’inizio della seconda metà del III millennio a.C. In Siria esso è documentato a Ebla (Tell Mardikh), Tell Beydar e a Mari (Tell Hariri). La scrittura cuneiforme viene poi adottata nel corso del II e I millennio a.C. in diverse realtà geografiche e politiche del Vicino Oriente antico per scrivere lingue non semitiche quali l’ittita, il hurrita, l’elamico, l’urarteo e l'antico-persiano.



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  2. Risorse on line