Mnamon

Antiche scritture del Mediterraneo

Guida critica alle risorse elettroniche

Libico-Berbero

a cura di: Lameen Souag


  • Presentazione
  • Le scritture
  • Approfondimenti

La lingua (o lingue?) relativa ai testi in libico-berbero è poco capita; non solo il corpus è esiguo e troppo standardizzato per fornire una immagine completa della lingua, ma la grande diffusione geografica ha portato a variazioni significative. Comunque, alcuni bilingui hanno reso possibile la determinazione di alcune caratteristiche con una relativa certezza, e denotano una stretta relazione con le lingue berbere moderne. Il più lungo di questi testi bilingue proviene dalla città Dougga (tbgg) nell’odierna Tunisia e riflette presumibilmente la lingua dominante del regno numide.

Grammatica

Il plurale dei nomi si forma tramite il suffisso -n (cfr berbero moderno m.pl. -ən), ad esempio nbbn "lavoratori (taglialegna?)".

Nella costruzione del genitivo il posseduto precede il possessore. I termini familiari sono direttamente seguiti dal genitivo (per esempio Znn w Yrnbt "Zanan figlio di Yarnabat"), mentre i genitivi relativi a oggetti inanimati sono marcati dalla particella n come avviene nel berbero moderno (per esempio nbbn n šqrh "lavoratori (tagliatori?) del legno".)  Il possessivo della terza persona singolare è marcato con il suffisso -s (cp. Kabyle -is.)

Nei costrutti di tipo appositivo, nei casi in cui un nome di professione preceda un nome di persona, la professione ha il suffisso -h ; nei casi in cui segua il nome, ha il suffisso -t1 .  Quest’ultimo caso è stato provvisoriamente paragonato allo stativo indicato dalla finale -ət di alcune lingue berbere moderne.

d "e" collega collega sintagmi nominali, come avviene di solito nel berbero moderno, e probabilmente, nel RIL 3, le proposizioni.

Pochi verbi sono stati identificati nei testi in maniera inequivocabile. Il confronto con il berbero moderno indica che il costrutto ṣkn "costruito" nel RIL 2 deve essere analizzato alla stessa maniera della radice ṣk "costruisce" più la -n, che marca la concordanza con il soggetto in terza persona plurale.

Vocabolario

Poche sono le parole di cui si conosce il significato in modo quasi certo, principalmente tramite iscrizioni bilingue; la presente lista è quasi completamente esaustiva.

La formula X w-Y "X figlio di Y", tuttora usata in alcune lingue berbere, identifica le persone sia nelle iscrizioni ufficiali che sulle lapidi – molte lapidi aggiungono ben poco oltre al nome proprio, talvolta esteso come X w-Y Z "X figlio di Y della tribù Z" (ad esempio RIL 451.)  ). Alcune pietre tombali includono una parola diversa tra i due nomi di persona, forse da intendersi come un vincolo di parentela in base al confronto con il berbero: wlt "figlia (di)" (in berbero moderno wəlt), e, meno di frequente, mt "madre (di)" (in Tuareg modernoma).

Nelle iscrizioni di Dougga sono citate alcune cariche politiche; esse includono gld "re" (in berbero moderno a-gəllid), mwsnh (tradotto come "capo dei cento"), gldmṣk (tradotto come "capo dei cinquanta"), e l’imprestito punico šfṭ­ "suffeta".  Talvolta sono menzionate professioni più prosaiche, come nbb "lavoratore (taglialegna?)" (RIL 1). Tra i termini di materia vi sono šqrh "legno" (in cui il valore fonetico di “q” è una supposizione, ma cp. asɣar in berbero moderno) e zlh "ferro" (nel brebero moderno  uzzal).

La traduzione punica del RIL 2, combinata con il confronto con il berbero moderno, consente di proporre l’identificazione di sbs- con "anno".  Se ciò è corretto, allora la *ww  in proto-berbero corrisponderebbe alla b in libico-berbero, come nel moderno Zenaga in Mauritania, ma in modo diverso da molte altre lingue berbere sopravvissute, dove è tipicamente diventato *gg o ggʷ·.



Le scritture

  1. Libico-Berbero


Approfondimenti

  1. Bibliografia