- Presentazione
- Le scritture
La lingua fenicia in senso stretto è la lingua semitica delle popolazioni fenicie abitanti la striscia costiera del Mediterraneo più o meno da Tell-Suqas a Gaza, a partire dal XII sec. a.C. e fino all’affermazione del greco in questa regione.
Una sua delimitazione cronologica e geografica risulta difficile da determinare con precisione, sia perché alcuni documenti – come le glosse cananee di el-Amarna (XIV sec. a.C.) – possono essere essere considerate in continuità col fenicio, sia perché la lingua fenicia è stata propagata già nel IX sec. a.C. in Asia Minore e Cipro, e successivamente in tutte le colonie fenicie del Mediterraneo. Per convenzione però, solo i documenti successivi al XII sec. a.C. possono essere qualificati come fenici. Nelle zone dell’Africa settentrionale e presso le colonie occidentali sottomesse a Cartagine, la lingua fenicia subì alcune modificazioni così che il “dialetto” attestato in queste regioni è denominato usualmente punico; solo dopo la caduta di Cartagine occorsa nel II sec. a.C. nell’Africa settentrionale il punico subì un’ulteriore evoluzione – prevalentemente fonetica – così che esso è denominato tardo punico. La fase linguistica tardo punica si connette con la fase di scrittura detta neopunica.
Parentele linguistiche. La lingua fenicia è una lingua semitica appartenente alla famiglia di lingue semitiche nordoccidentali; è consuetudine dividere quest’ultima famiglia linguistica in due gruppi: il gruppo cananeo e quello aramaico. Il fenicio appartiene al gruppo cananeo (al pari dell’ebraico, dell’ammonita, del moabita e dell’edomita) e si caratterizza per essere una lingua piuttosto conservativa dal punto di vista dell’ortografia, rimanendo strettamente consonantica nella maggioranza delle sue manifestazioni; solo in epoca tarda, e maggiormente nei dialetti punici, i segni consonantici iniziarono a segnalare la presenza di determinate vocali.
Sviluppo cronologico. Cronologicamente, la lingua fenicio-punica è attestata da brevi epigrafici già nel XII-XI sec. a.C., mentre le testimonianze più recenti giungono fino al II sec. d.C. (escludendo le iscrizioni in lingua punica redatte in scrittura latina). Durante questi secoli la lingua fenicio-punica subì notevoli cambiamenti così che è possibile distinguere alcune fasi lungo il suo sviluppo:
a) fenicio antico, XI-VII sec. a.C.
b) fenicio classico, VI-I sec. a.C. (alcuni suddividono il fenicio classico in medio e tardo fenicio)
c) punico, nelle colonie fino al II sec. a.C.
d) tardo punico, a partire dal II sec. a.C.
Dialetti. Nonostante la lingua fenicia manchi di un’ampia documentazione linguistica, è possibile distinguere alcune varietà “dialettali” all’interno del fenicio. Il dialetto arcaico di Biblo ha caratteri propri in alcuni pronomi e suffissi pronominali; il dialetto di Tiro e Sidone del V sec. a.C. è considerato la forma classica del fenicio; la scarsità di documentazione non permette di descrivere compiutamente gli altri dialetti linguistici fenici.
Documentazione. La lingua fenicia è documentata prevalentemente su epigrafi, essendo purtroppo a noi no pervenuta la documentazione letteraria, poiché essa fu probabilmente redatta su papiro.
Ascrivibili all’XI e X sec. a.C. sono alcune punte di freccia e una serie di iscrizioni reali provenienti da Biblo. Nel IX-VIII sec. a.C. si conservano iscrizioni da Cipro e varie iscrizioni monumentali dell’Asia Minore (dove il fenicio venne usato come lingua di prestigio da governatori locali). Databili al VI-V sec. a.C. sono una serie di importanti iscrizioni reali da Sidone, e al V-IV sec. a.C. appartengono alcune iscrizioni di Biblo. Nel IV-III sec. a.C. troviamo documenti fenici a Cipro e in Egitto, mentre le ultime iscrizioni fenicie di Tiro e delle sue vicinanze sono del II sec. a.C.
Dopo alcune piccole epigrafi più antiche, dal VI sec. a.C. comincia la documentazione punica a Malta e poi in Sicilia, Sardegna, Africa del Nord, fino alla Spagna meridionale. La maggioranza di queste iscrizioni provengono da Cartagine e, in epoca tarda, in varie zone dell’Africa settentrionale.