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Antiche scritture del Mediterraneo

Guida critica alle risorse elettroniche

Falisco

a cura di: Daniele F. Maras


  • Presentazione
  • Le scritture

I Falisci sono una popolazione stanziata sulla riva destra del Tevere, in una enclave del territorio propriamente etrusco, compresa tra l’agro veiente e capenate a sud e la zona di Orte a nord, che gravita verso l’area volsiniese.

I dati archeologici e le modalità di popolamento della regione falisca, sin dalla prima età del Ferro, e la storia dei rapporti con Veio e l’Etruria da un lato e poi con Roma dall’altro, mostrano come i Falisci, sebbene integrati nella geografia storica e politica del mondo etrusco, abbiano mantenuto una propria autonomia e indipendenza culturale, che si manifesta in primo luogo proprio sul piano linguistico (cfr. Strabone V, 2, 9, che definisce Falerii una polis idióglōssos).

 

Il primo problema da affrontare nel trattare il falisco è proprio la sua definizione rispetto al latino e alle altre lingue dell’Italia mediana antica.

È infatti riconosciuto universalmente che il falisco ha numerose caratteristiche di identità con il latino, alle quali però si sommano alcuni tratti divergenti, che arrivano a coinvolgere fatti morfologici e di lessico primario.

La critica moderna, perciò, si divide tra coloro che attribuiscono al falisco lo statuto di un dialetto periferico del latino (G. Bakkum, 1999), chi preferisce considerarlo una lingua autonoma appartenente al medesimo taxon del latino (B. Joseph, R. Wallace, 1991), ovvero una lingua italica autonoma a tutti gli effetti, per quanto affine sia al latino, sia al gruppo osco-umbro (M. Mancini, 2002).

In questa sede vale la pena di elencare alcuni dei principali tratti linguistici di comunanza con il latino, che sono distintivi nei confronti delle altre lingue del filone italico nell’ambito indo-europeo occidentale (G. Bakkum, 2009, p. 347 s.; M. Mancini, 2010, p. 260 s.):

– aspetti di fonologia, come l’esito conservativo della labiovelare proto-indoeuropea (fal. cuito, lat. quintus);

– elementi morfologici, come i morfemi del caso genitivo in -os e -osio (fal. euotenosio, lat. arc. popliosio ualesiosio);

– desinenze pronominali per il plurale dei temi in -o- e in -a- (fal. sociai, lat. sociae);

– accusativo del pronome di I persona singolare med;

– futuro in -b/f- < *-bh- (fal. carefo, lat. laudabo).

 

Le differenze più macroscopiche possono invece essere elencate come segue:

– desinenza della III persona plurale del preterito in -ond (fal. fifiq-o(n)d, lat. finx-erunt);

– pronome di II persona plurale (fal. ves, lat. vos);

– forma apofonica in -a- del perfetto del verbo “fare” (fal. faced/facet, lat. fecit);

– esito -f- delle medie-aspirate interne (fal. loifirtatos, lat. libertatis).

 

A queste caratteristiche si aggiungono peculiarità del linguaggio, come la tendenza alla monottongazione (p.es. fal. efiles vs. lat. aediles), la caduta di -r- e -s- in posizione debole (prepausale: p.es. fal. se(r)torio), la variazione f-h, specialmente in posizione iniziale, la tendenza all’assordimento di alcune occlusive sonore (probabilmente dovuta ad influenza etrusca: fal. pipafo vs. lat. bibam), nonché alcuni relitti linguistici proto-indoeuropei, non conservati nel latino classico (p.es. fal. lepe vs. lat. vive, fal. lecet vs. lat. iacet).

 

In considerazione di tutti questi aspetti, è impossibile – e probabilmente poco produttivo – prendere una posizione unica e definitiva sulla questione.

La prossimità del falisco ai dialetti latini va considerata prima di tutto in relazione al contesto cronologico, con una progressiva influenza dell’etrusco tra l’epoca arcaica e la media età repubblicana, sostituita dalla forte influenza del latino di Roma a partire dal III secolo a.C.

Va inoltre considerato che anche per le varianti dialettali acclarate del latino la documentazione è molto ridotta e lacunosa, di fronte alla gran quantità di informazioni disponibili per il latino di Roma, specialmente nella sua evoluzione storica verso il latino classico.

In questa prospettiva, le alternative proposte hanno la probabilità di essere vere e accettabili in diversi momenti dello sviluppo storico della lingua falisca.



Le scritture

  1. Falisco