Mnamon

Antiche scritture del Mediterraneo

Guida critica alle risorse elettroniche

Elimo

a cura di: Laura Biondi


  • Presentazione
  • Le scritture

L’elimo è uno degli idiomi anellenici della Sicilia antica e testimonia l’esistenza, nel Nord-Ovest dell’isola, di comunità indigene alfabetizzate. L’attribuzione dell’elimo alla famiglia indoeuropea è opinione condivisa dagli studiosi e motivata dal riconoscimento di tratti di indoeuropeità quali, ad esempio, l’esistenza di un sistema flessivo e di un nominativo singolare in -a. Peraltro, nel tempo, i linguisti che hanno studiato il corpus elimo hanno cercato di individuare relazioni più strette all’interno dell'àmbito indoeuropeo, indicando le maggiori affinità strutturali con l’elimo ora nel gruppo anatolico secondo l’interpretazione di R. Ambrosini, U. Schmoll, V.I. Georgiev (che propone rapporti con l'ittito, v. "The Elymian Language", in M. Mayrhofer et alii Hrsgg., "Antiquitates Indogermanicae. Studien zur Indogermanischen Altertumskunde und zur Sprach- und Kulturgeschichte der indogermanischen Völker. Festschrift für H. Güntert", Innsbruck 1974, pp. 409-411), ora in quello italico (per M. Lejeune l'elimo rappresenterebbe la propaggine meridionale di un ‘italico comune’, per M. Durante sarebbe un idioma vicino al siculo, per G. Alessio sarebbe prossimo al latino). Entrambe le ipotesi rinviano, nella memoria storiografica antica, alle due tradizioni note sull’origine degli Elimi: quella che fa capo a Tucidide (Thuc. VI, 2) e che chiama in causa la città di Troia e la fuga via mare di Egesto e di Elimo, e quella che fa capo ad Ellanico di Mitilene (fr. 53 M) e che chiama in causa l’origine italica.

L’ipotesi di un'affinità con gli idiomi del gruppo anatolico non trova oggi consensi e all’elimo viene riconosciuta un’italicità linguistica, pur in assenza di evidenze incontrovertibili che permettano di precisarla ulteriormente. In questa prospettiva, per la Sicilia nord-occidentale l’elimo si configurerebbe come una parlata italica, per quanto di un'italicità diversa da quella testimoniata nell’Est dell’isola dai documenti provenienti da Montagna di Marzo o dal Mendolito di Adrano.

La ricostruzione del sistema linguistico di un idioma di frammentaria attestazione (Restsprache) pone agli interpreti non poche limitazioni e impone cautele a cui neppure l’elimo sfugge. Il ricorrere di poche strutture testuali, unitamente all’esiguità numerica complessiva e alla diffusa frammentarietà dei documenti che possono essere ritenuti con certezza o con buon grado di verosimiglianza elimi, è circostanza che pone ostacoli non irrilevanti all’esegesi linguistica e di cui ogni tentativo di ricostruzione dell’elimo in quanto ‘sistema’ non può non tener conto. In ogni caso, l'analisi del corpus documentario in elimo, comprendente le legende monetali e quella parte dei graffiti vascolari che può essere considerata con (sufficiente) certezza anellenica, ha comunque consentito agli studiosi di attribuire all’elimo una serie di tratti fonologici e morfosintattici che qui vengono sintetizzati, anche se non ha evitato divergenze interpretative anche rilevanti, di cui si dà conto principalmente in IAS, pp. 123-168; Agostiniani 1988-1989, pp. 359-362; 1992, pp. 142-143; 2000, a cui si rinvia.

L’analisi del sistema di notazione alfabetica dell’elimo ha portato a riconoscere un sistema fonologico pentavocalico /a e i o u/ e l’esistenza di dittonghi [ai] e [ou], notati rispettivamente da <αι> e <ου>; non altrettanto certo è isolare [oi] e [ei] in sequenze ritenute di elimità non accertata e [au], forse rappresentato da <αο> (v. Agostiniani 1992, p. 142).

L’esistenza di grafi reduplicati come <αα> ha fatto pensare alla resa di un fonema vocalico lungo, oppure alla rappresentazione bifonematica (nel caso specifico) /aa/ da un originario /aja/ con caduta di /j/ intervocalico (v. Durante 1980, p. 886). Questa seconda ipotesi potrebbe dar conto del fatto che in elimo sembra mancare un corrispondente palatale per /w/ e ciò porterebbe ad escludere che tale assenza sia di natura grafica ed a supporre invece che questa rispecchi la consuetudine ellenica di rappresentare sia [i] sia [j] mediante <ι> (così Agostiniani 1988-1989, pp. 360-361; 1992, p. 143).

Quanto al consonantismo, si tende a ricostruire un sistema che contempla le serie sorda /p/ /t/ /k/ e sonora /b/ /d/ /g/ delle occlusive e che include le nasali /m/ e /n/, la laterale /l/, la vibrante /r/, l’approssimante labiovelare /w/; tra le consonanti fricative il corpus elimo permette di riconoscere /s/, /h/ e, seguendo L. Agostiniani, presumibilmente una labiale (/f/ o /β/ o /Φ/) rappresentata dal segno simbolo (non un valore vocalico, come nell'opinione di studiosi quali G. Alessio, R. Ambrosini, R. Arena, L. Dubois, M. Durante e M. Lejeune, v. ad i) Le legende monetali).

Per quanto concerne i tratti morfosintattici, l'analisi del corpus consente di riconoscere nell'elimo una lingua tipologicamente fusiva, che si avvale di affissi per esprimere cumulativamente funzioni grammaticali.

In particolare, ha funzione derivazionale il suffisso -(α)ζι-, attestato unicamente nelle legende monetali in -αζια e in -(α)ζιβ, dove forma aggettivi dai toponimi di due dei centri più importanti per l'ethnos elimo, Segesta ed Erice; -(α)ζι- reca il medesimo contenuto funzionale dei suffissi -αιο- ed -ινο- che nelle corrispondenti legende in greco formano gli etnici al genitivo plurale EΓEΣTAIŌN ed EΡΥKINŌN (v. ad i) Le legende monetali).

È possibile indicare alcuni morfemi flessionali, alcuni dei quali ricorrono in strutture formulari, evidenza linguistica della preminenza culturale del mondo greco e dell'esistenza di una koiné (Agostiniani 1992, pp. 363-364) che ha coinvolto nell'area le componenti anellenica e greca. Tra i morfemi flessionali più ricorrenti si segnalano (per indicazioni sui valori funzionali v. ad i) Le legende monetali e ad ii. I graffiti vascolari): -α(α)ι, che ricorre da solo (ad esempio IAS n. 305: ḥαλενιαι; n. 278: ]ιλααι) oppure associato ad εμι (ad esempio IAS n. 319: αταιτυκαιεμι; n. 306: ]λενααιεμ[) nei graffiti ceramici anche di più recente rinvenimento (come ατιιαι εμι da Grotta Vanella); -β, che nelle legende monetali di Segesta e di Erice caratterizza il derivato in -(α)ζι- e ricorre isolato (σεγεσταζιβ; ιρυκαζιβ) oppure, ma unicamente a Segesta, seguito da εμι (σεγεσταζιβ εμι); -α, individuabile sia nella legenda σεγεσταζια come desinenza di nominativo singolare sia nei graffiti ceramici. Invece, è problematico attribuire statuto morfologico alle sequenze -οι ed -ει, come anche ad -ι, mentre appare più probabile individuare una desinenza di nominativo singolare associata a temi quali -αρ, -ερ, -ιρ.

Di εμι dei graffiti e delle legende monetali segestane è sicuro lo statuto di parola autonoma; altrettanto evidente è che εμι anellenico ha la medesima funzione testuale del greco εἰμί nelle corrispondenti formule di possesso. Gli interpreti si dividono però nel considerare εμι forma propria dell'elimo, esito indigeno dell'indoeuropeo *esmi (così, ad esempio, M. Lejeune, "Notes de linguistique italique, XXV. Observations sur l'épigraphie élyme", in "Revue des Études Latines" XLVII, 1969, p. 166, che rileva la differenza rispetto agli esiti latino ed osco), oppure elemento entrato nel lessico encorico per tramite dello schema formulare greco, secondo una modalità di acquisizione che è quella del prestito lessicale, prospettiva questa a cui aderisce L. Agostiniani (IAS, pp. 138-139, 150-152; Agostiniani 1988-1989, p. 366; 1992, p. 145, ma v. per una diversa interpretazione Arena 2003).

Nonostante il carattere frammentario e lacunoso dei graffiti e la loro brevità, la presenza di sequenze riconducibili all’onomastica personale è segnatamente maggiore di quella dei nomi comuni. Il confronto con temi onomastici anellenici e greci attestati anche in aree diverse della Sicilia e dell’Italia antica permette l’attribuzione di numerose sequenze all’àmbito dei nomi personali. Tale è il caso di hερμων (al genitivo in IAS n. *371b) per l’onomastica ellenica, indizio della frequentazione del santuario segestano da parte di Greci, residenti e non, e quello dei temi TITELA- (IAS n. 322) e BOTULA- (IAS n. 289; 317) per l’onomastica anellenica (temi confrontabili con le occorrenze selinuntine TITEL- e BOTUL-).



Le scritture

  1. Elimo