Mnamon

Antiche scritture del Mediterraneo

Guida critica alle risorse elettroniche

Sumerico

a cura di: Salvatore Gaspa


  • Presentazione
  • Le scritture
  • Approfondimenti

Il sumerico, la prima lingua scritta che si conosca, fu chiamata dai Sumeri eme-ki-en-gi-ra, “lingua di Kiengir (Paese natio)”, o eme-gi7(-r), “lingua natia”, mentre gli accadofoni la chiamavano lišān Šumeri(m), “lingua di Sumer”. È attestata come lingua parlata dalla fine del IV/inizi del III millennio a.C. fino ai primi secoli del II millennio a.C., sebbene continui ad essere usata come lingua scritta e colta nelle scuole scribali anche nel I millennio a.C. Dopo la sua morte come lingua viva venne usata dagli scribi accadofoni come lingua letteraria, colta e di ambito liturgico. Le ultime parole sumeriche si hanno in scrittura greca sulle tavolette d’argilla greco-babilonesi (I secolo a.C. - I secolo dell’era cristiana) che documentano la fine della tradizione della scrittura cuneiforme in Mesopotamia. In termini generali, il sumerico era parlato nella Mesopotamia meridionale all’incirca dall’area di Nippur (Nuffar) in giù. Al momento attuale, non è nota alcuna affiliazione linguistica della lingua dei Sumeri e vari tentativi di collegare questa lingua isolata a lingue antiche e moderne non hanno prodotto risultati convincenti. Inoltre, dal momento che la maggior parte dei testi sumerici furono composti da parlanti non Sumeri dopo la scomparsa della lingua, una descrizione dello sviluppo storico del sumerico appare impresa molto difficile. Gli elementi caratteristici della lingua sono l’agglutinazione (vale a dire che le parole consistono di sequenze di distinti morfemi), l’ergatività (cioè, il soggetto di verbi intransitivi e l’oggetto di verbi transitivi sono contrassegnati allo stesso modo) e un sistema di classe del nome (più precisamente, è operante una opposizione tra nomi animati e nomi inanimati). Il lessico è caratterizzato nella grande maggioranza dei casi da parole monosillabiche e bisillabiche, molte delle quali sono omofone. Nomi e verbi sono espressi da una parola mono o bisillabica che può essere modificata da un numero di prefissi e postfissi. Il nome sumerico si presenta in diverse terminazioni casuali: ergativo, assolutivo, genitivo, dativo, comitativo, terminativo, ablativo-strumentale, locativo, locativo-terminativo. La continua interazione con l’accadico nel corso dei secoli promosse lo sviluppo di un’area sumero-accadica risultante in una serie di reciproche influenze nei due idiomi. In seguito alla scomparsa della lingua e della civiltà sumerica, i semiti di Mesopotamia continuarono ad apprendere il loro idioma e la loro letteratura, ereditando così numerosi elementi culturali della loro civiltà e favorendo una loro trasmissione ad altre società del Vicino Oriente antico. Alcuni testi colti in sumerico attestano l’uso del dialetto eme-sal, una sorta di “lingua fine” (spesso tradotta con “lingua delle donne”) che venne impiegato per scrivere forme grammaticali e lessicali in certe composizioni letterarie come inni e lamentazioni. La maggior parte delle composizioni in eme-sal risalgono all’ultima fase del periodo antico-babilonese. Un gran numero di testi cuneiformi mesopotamici è scritto in sumerico: documenti economici, amministrativi e giuridici, iscrizioni reali, opere letterarie (ad esempio, miti, epiche, inni), incantesimi, proverbi, testi liturgici e lamentazioni. Nel II e I millennio a.C. il sumerico sopravvive in Babilonia e in Assiria come lingua scritta e colta per composizioni letterarie e per iscrizioni reali. Secondo i periodi storici di composizione dei testi sumerici si possono distinguere tre grandi stadi della lingua: antico-sumerico o sumerico classico (testi dal 2600 a.C. ca. fino alla fine della dinastia di Akkad, 2200 a.C. ca.), neo-sumerico (2200-2000 a.C. ca.) e post-sumerico (o sumerico antico-babilonese, 2000-1600 a.C. ca.). È anche possibile distinguere ulteriormente l’ultima fase della lingua come tardo sumerico (XX-XVIII secoli a.C. ca.) e post-sumerico (dopo il 1700/1600 a.C.). Testi in sumerico venivano studiati nelle scuole scribali antico-babilonesi per apprendere la scrittura cuneiforme e per acquisire competenza sia nella lingua sumerica come lingua di cultura che nei generi letterari sumerici.

Mesopotamia: area di diffusione della lingua sumerica e della scrittura cuneiforme

La regione sumerica era la Mesopotamia meridionale e includeva le città di Nippur (Nuffar), Lagash (Al-Hibba), Uruk (Warka), Ur (Muqayyar), Eridu (Abu Shahrain), Kish (Oheimir), Adab (Bismaya), Umma (Giokha), Shuruppak (Fara), Girsu (Telloh) e altri centri. Il luogo di origine dei Sumeri e della loro lingua è ancora oggetto di dibattito tra gli studiosi. Non meno chiaro è se il sumerico fosse anche parlato in altre aree. Attraverso la diffusione dell’ istituto della scuola scribale nelle città della Mesopotamia, il sumerico divenne una parte fondamentale del cursus studiorum degli scribi. Infatti, l’ apprendimento del sumerico era necessario per imparare la scrittura cuneiforme. Il sistema di scrittura cuneiforme, adottato inizialmente per registrare la lingua sumerica, fu poi utilizzato dai semiti e da altre popolazioni vicino- orientali per scrivere le proprie lingue dal III al I millennio a.C. Al di fuori dell’area propriamente sumerofona, il cuneiforme venne impiegato con alcune modifiche per scrivere l’accadico (dialetti antico-accadico, babilonese e assiro), l’ittita, il hurrita, l’elamico e l’antico-persiano.



Le scritture

  1. Cuneiforme sumerico


Approfondimenti

  1. Bibliografia