Kylix a figure rosse con motto dipinto
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Falerii Veteres (Civita Castellana), kylix falisca a figure rosse con rappresentazione dell'abbraccio tra Dioniso e Arianna (seconda metà del IV secolo a.C.)
L'iscrizione è dipinta attorno al tondo interno, in un apposito spazio risparmiato dal motivo decorativo a meandro:
foied . uino . pafo . cra . care[f]o
"oggi berrò vino, domani (ne) mancherò"
Una seconda kylix, identica alla prima, reca un'iscrizione quasi gemella, che si differenzia soltanto per la base del verbo: pipafo invece di pafo.
Il motto, che inneggia a godersi il momento presente (quasi un carpe diem ante litteram) è molto prezioso per la possibilità di confronto con il latino, specialmente grazie alla conservazione del tempo futuro, raramente utilizzato nei testi epigrafici.
Da notare l'alternanza f/h che arriva ad alterare la forma del dimostrativo foied = ho-(d)ie, "oggi" (lett. "in questo giorno").
Il verbo che in latino classico suona bibo, vede in falisco l'assordimento dell'occlusiva labiale, a conferma dell'assenza della B dalla documentazione epigrafica.
La desinenza del futuro -fo coincide con quella latina -bo, con un diverso trattamento della media aspirata interna (< *-bho).
Dedica votiva a Tito Mercurio da parte degli edili
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Falerii Veteres (Civita Castellana), Santuario dei Sassi Caduti (fine del IV secolo a.C.).
titoi | mercui | efiles
Il nome della divinità (al dativo Mercui, corrispondente al latino Mercurius) è preceduto dalla voce titoi, concordata al dativo, che può essere tradotta plausibilmente in latino classico con genius, in riferimento alla capacità generativa.
Autori della dedica sono i magistrati efiles, corrispondenti secondo la fonetica falisca ai latini aediles, con monottongazione della prima vocale e diversa resa della media aspirata interna.